La strada, già a senso unico alternato regolato da impianto semaforico a tempo, così com’è sta provocando non pochi disagi. E dovesse essere proprio chiusa è facile immaginare l’impatto sulla vita di migliaia di persone, di attività commerciali ed ogni quant’altro. E proprio in queste ore l’amministrazione guidata da Giovanni De Simone ha sollecitato ed ottenuto per metà ottobre un tavolo di concertazione presieduto dal prefetto di Salerno e tutti gli attori coinvolti, ovvero Regione Campania, ente Provincia ma soprattutto l’Anas ed i proprietari del tratto di montagna interessata spesso da smottamenti e cedimenti di pezzi di roccia.
Proprio in questi giorni, complice il cattivo tempo, ci sono state nuove frane, caduta di pietre di media grandezza che solo per una serie di coincidenze fortuite non hanno provocato danni a persone o cose. Ma la situazione ha riproposto in tutta la sua gravità la necessità di una messa in sicurezza definitiva di tutto il costone. Già nell’estate appena trascorsa il tratto di montagna è stato interessato da una serie di interventi dei rocciatori che hanno provveduto ad una prima pulizia che aveva evidenziato la precarietà di tutto il costone. L’8 luglio scorso fu redatto anche un verbale di somma urgenza nel quale si evidenziavano le criticità riscontrate: “L’attività di pulizia effettuata ha messo in evidenza ulteriori criticità e dissesti, rispetto a quelle individuate in sede del citato verbale di somma urgenza e rimosse con gli interventi ivi previsti. Pertanto non è stato possibile procedere alla riapertura della Strada Statale in oggetto, con la permanenza dei disagi per il traffico veicolare interessato”.
Per i tecnici intervenuti la sola pulizia del costone non basta: “Nella parte oggetto dei soli interventi di pulizia, risulta instabile ed una perturbazione più o meno potrebbe alterarne le attuali precarie condizioni di equilibrio con l’innesco di ulteriori dissesti”.
A questo punto si rende necessario un intervento risolutivo di contenimento che necessiterà l’impiego di risorse eccezionali che dovranno essere di competenza dell’Anas o del proprietario del costone. Sta di fatto che la situazione così com’è non è più sostenibile per l’amministrazione comunale vietrese che in questi mesi si è accollata una responsabilità oggettivamente ben più grande della propria competenza e che ora non appare più disponibile a sopportare.
Il Vescovado
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