Da venerdì 15 ottobre scatta l’obbligo negli uffici e nelle aziende: chi non avrà il certificato verde con il noto Qr code non potrà lavorare e la sua sarà considerata un’assenza ingiustificata. Il controllo spetta al datore di lavoro ed è prevista una multa per il dipendente che entra senza dichiarare di essere sprovvisto di pass. Sulle modalità però restano punti da chiarire: pronto un nuovo provvedimento.
Tutti i lavoratori e tutte le persone che entrano nei luoghi di lavoro da venerdì 15 ottobre dovranno obbligatoriamente avere il green pass. Chi non avrà il certificato verde con il noto Qr code non potrà lavorare e la sua sarà considerata un’assenza ingiustificata.
Il controllo spetta al datore di lavoro e la sanzione prevista per il dipendente che entra in azienda senza dichiarare di non avere il green pass va da 600 a 1.500 euro. Quando mancano meno di 72 ore all’entrata in vigore dell’obbligo, però, restano ancora dei punti di chiarire: non solo sull’effettiva capacità del sistema di reggere il gran numero di tamponi che si renderanno necessari, ma anche l’effettiva modalità dei controlli.
Per questo, è pronto un nuovo Dpcm che il premier Mario Draghi si appresta a firmare: la bozza del provvedimento prevede che il ministero della Salute renda disponibile ai datori di lavoro un’app – un’evoluzione di quella già usata nelle scuole e nelle attività commerciali – che consenta “una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni verdi in corso di validità del personale effettivamente in servizio, di cui è previsto l’accesso ai luoghi di lavoro”. Il decreto che introduce l’obbligo, previsto almeno fino al 31 dicembre, potrebbe infine essere modificato dal Parlamento in sede di conversione in legge.
I vaccinati senza Qr code – Inoltre, le persone sprovviste di Qr Code, ma regolarmente vaccinati o in linea con quanto previsto per ottenere il green pass, potranno comunque accedere al luogo di lavoro, presentando i “documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano una delle condizioni” necessari.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
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