La misura cautelare chiesta dalla Procura di Salerno, diretta da Giuseppe Borrelli, con l’aggiunto Luigi Alberto Cannavale, è “temporanea”: motivata dal pericolo di inquinamento delle prove, per la durata delle prossime tre settimane. E consentirà di ricostruire, così come ha cercato di far luce per primo proprio il quotidiano “la Repubblica” proprio nelle giornate dell’ultima tornata per le elezioni amministrative , le pressioni esercitate da uno dei vertici di fatto della Cooperativa – Izzo ne era il presidente, poi ha ceduto formalmente la presidenza a suo cognato, Davide Francese – per favorire la moglie di Izzo, Alessandra Francese candidata al consiglio comunale e risultata prima dei non eletti.
I DETTAGLI
In data odierna, la Squadra Mobile di Salerno ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari per una durata di 20 giorni nei confronti di Gianluca Izzo, amministratore di fatto della società San Matteo e Umberto Coscia, lavoratore della società. La misura è stata disposta per garantire la possibilità di acquisire prove a fronte del pericolo di inquinamento. I fatti, come detto, sono legati all’audio circolato nelle ore antecedenti il voto a Salerno.
Il 3 ottobre, nella prima giornata delle elezioni Amministrative del Comune di Salerno, la polizia giudiziaria ha appreso dalla pagina profilo Facebook di alcuni consiglieri di minoranza, che era stato pubblicato e commentato un messaggio audio dal contenuto intimidatorio in relazione al voto.
Dai commenti ai vari post risultava che probabilmente il messaggio era stato diffuso a mezzo WhatsApp o altro social media ed era destinato ad un gruppo chat composto dai lavoratori di un Ente legato all’amministrazione comunale che, secondo i consiglieri di opposizione, aveva “espresso una candidata nelle liste collegate al sindaco Vincenzo Napoli”.
Dall’ascolto dell’audio, trasmesso formalmente alla Procura, risultava che una voce maschile richiamava tutti i destinatari a rispettare indicazioni di voto evidentemente in precedenza impartite, utilizzando frasi dal chiaro contenuto minatorio.
Gli investigatori hanno appurato che l’audio era stato inoltrato in un gruppo WhatsApp di cui facevano parte i dipendenti della cooperativa San Matteo da Umberto Coscia e confezionato da Gianluca Izzo, mandante anche di una seconda comunicazione, sempre tramite WhatsApp, del medesimo tenore intimidatorio.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari eseguite, nei confronti di Umberto Coscia e di un altro lavoratore della cooperativa, è stato sequestrato un elenco manoscritto, con nomi di votanti una candidata legata da rapporto coniugale con Gianluca Izzo. È stato, inoltre, rinvenuto ed esaminato un telefono cellulare al cui interno si riscontrava la presenza di una chat di WhatsApp, denominata Coop Fatebene Fratelli, su cui erano stati inoltrati i messaggi audio.