Nel mezzo, la Salernitana ha conquistato appena 4 punti, esiguo bottino a causa del quale resta da sola sul fondo della classifica, il tecnico marchigiano in più di una circostanza ha dimostrato insofferenza nei riguardi degli appunti che gli venivano mossi e, nonostante ciò, ha cercato di portare avanti la baracca, correggendo pure lo spartito tattico iniziale nel tentativo di renderlo più propositivo. Castori, costretto a fare i conti con una rosa falcidiata dagli infortuni, paga per tutti (ma di certo non è l’unico ad aver colpe) e la società gli ha annunciato l’esonero telefonicamente, salvo poi rincarare la dose con un comunicato che è parso ingeneroso e per certi versi evitabile.
Al suo posto torna in sella Colantuono, fermo da tre anni, da quando si dimise da allenatore della Salernitana per problemi familiari. Il tecnico romano, in ottimi rapporti con Lotito e Mezzaroma, a parte una consulenza non particolarmente proficua con la Sambenedettese, era un po’ sparito dai radar. Colantuono subentra a Castori e non pare un gran segnale di discontinuità col passato. Anzi.
Ad ogni modo, l’ex allenatore di Torino ed Atalanta ha accettato la sfida (a costi, inoltre, più ragionevoli rispetto a Iachini o altri) e a lui spetterà il compito di rimettere insieme i cocci della Salernitana. La squadra granata è attesa da altri due scontri diretti di fila (con Empoli e poi a Venezia, prima del derby col Napoli) e a lui spetterà il compito di rendere l’atteggiamento della squadra granata meno remissivo e rinunciatario di quello che, a giudizio della società, è costato il posto a mister promozione. A partire da subito, dal doppio confronto ravvicinato con due dirette avversarie nella corsa salvezza