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Bonus verso il riordino: quali potrebbero sparire dai modelli 730 con la riforma fiscale

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Lo studio comprende l’insieme di detrazioni e deduzioni che vanno a comporre la voce Oneri e Spese nel Quadro E del modello 730, con la sola esclusione del bonus casa

Alcune di queste, come l’erogazione liberale per l’ammortamento dei titoli di Stato, finalizzata a ridurre il debito pubblico, è utilizzata soltanto da un contribuente ogni 100mila

Un quadro come quello attuale, caratterizzato da molte piccole agevolazioni, risulta “inefficiente“, dice Paolo Conti, direttore generale Caf Acli, al Sole 24 Ore

Tuttavia, basarsi solamente sul numero di persone che utilizzano determinati bonus non ne determina automaticamente l’utilità. Ad esempio: la detrazione del 19% per l’acquisto di cani guida per persone non vedenti è presente in 0,2 dichiarazioni ogni 100mila, ma questo non significa che vada eliminata

Il punto, come sottolinea Conti, è che il sistema attuale è troppo complesso e stratificato, con 602 tax expenditures, di cui 171 legate solo all’Irpef, accumulatesi nel tempo con gli interventi dei vari governi

L’esecutivo Draghi non ha ancora iniziato i lavori di riordino del sistema di agevolazioni e non si sa ancora quale sarà la strada intrapresa per semplificarlo. Il Sole 24 Ore ipotizza l’accorpamento di diversi bonus in categorie più grandi per comunanza di finalità

Tra gli ambiti in cui si potrebbe intervenire, sottolinea Conti, c’è quello delle spese per le persone disabili, al momento divise su diverse righe e codici della dichiarazione

Stesso discorso per le agevolazioni sulle spese familiari per i figli, dove accanto alle detrazioni applicabili alle mense scolastiche pubbliche e private (utilizzate nel 6,6% dei casi), esistono piccoli bonus poco influenti o che premiano costi molto specifici

È il caso, ad esempio, della detrazione sulle spese per attività sportive dei figli, utilizzata solo dal 3,6% dei contribuenti, applicabile solo ad alcune discipline sportive e con un importo massimo di 210 euro

Conti ipotizza l’accorpamento di questi bonus in un’unica categoria che ricomprenda tutte le spese per i figli, con un unico importo massimo deducibile per ogni figlio che includa sia le spese per la mensa scolastica che altre voci come i canoni d’affitto per gli studenti fuori sede e le tasse universitarie

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