Nei racconti la piccola «ha dimostrato l’incuria e la promiscuità dei genitori, che la esponevano e coinvolgevano in situazioni di corruzione della sfera sessuale. Ha dato conto dell’indifferenza manifestata da entrambi rispetto alla cura e all’igiene della sua persona e della deprecabile situazione di abbandono morale e materiale in cui ella cresceva, senza essere destinataria delle più comuni e basilari regole dell’educazione e della tutela dell’infanzia».
Così i giudici motivano la condanna di aprile scorso. La storia sarebbe cominciata 5 anni fa, quando la piccola aveva appena 5 anni. La vicenda, estremamente delicata, era emersa nel 2017, in seguito alla denuncia di una vicina di casa con cui la bambina si era confidata. Gli investigatori, nel corso delle indagini, hanno scoperto un contesto di forte degrado ambientale e sociale. Era risultato che la piccola non veniva nutrita adeguatamente, veniva picchiata e che era costretta a badare alla sorellina minore.
Ascoltata durante un incidente probatorio, la bambina aveva raccontato quello che accadeva tra le mura domestiche nei rapporti con gli imputati, parlando quindi delle molestie e degli abusi; la difesa aveva sottolineato delle contraddizioni nel racconto della piccola, sostenendo che fosse stata in parte suggestionata. Alla sbarra erano finiti i genitori, il fratellastro e la moglie di quest’ultimo, tutti originari di Nocera Inferiore (Salerno), accusati a vario titolo di violenze fisiche, anche sessuali, e psicologiche; la Procura aveva chiesto complessivamente 45 anni di carcere: 18 anni per il padre, 10 per la madre, 8 per il fratellastro e 9 mesi per la compagna.
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