Si dice “contento” Mattia Maestri dell’archiviazione resa nota oggi relativamente all’inchiesta aperta per epidemia colposa in cui è stato indagato, per un anno e mezzo, dopo essere stato identificato come il “paziente 1” di coronavirus in Italia, dopo essere stato ritenuto inizialmente reticente riguardo ai contatti avuti prima di stare male. “L’indagine era nata – spiega il procuratore di Lodi Domenico Chiaro – con l’intento di ricostruire la dinamica del contagio con la volontà anche di andare a arginare la diffusione del virus. Poi, comunque, si è visto che il Sars-coV2 era già ampiamente diffuso e da tempo”.