I primi accertamenti sono stati avviati in seguito ad una denuncia sporta nella quale un 40enne evidenziava di aver ricevuto una contestazione dall’Agenzia dell’ Entrate in merito al mancato versamento dell’imposta sull’acquisto di un’auto che risultava acquistata in Repubblica Ceca.
La vettura, pur provenendo dall’estero, era stata acquistata tramite un concessionario di Marigliano (Napoli) che gli aveva rilasciato regolare fattura, comprensiva di Iva. L’uomo, quindi, si è rivolto alla Guardia di Finanza che è riuscita a ricostruire il meccanismo utilizzato da quella che si è rivelata una vera associazione per delinquere.
Il principale rivenditore, infatti, avvalendosi di alcune imprese del settore e di un’agenzia di consulenza di Pagani, predisponeva di volta in volta delle certificazioni a nome dei clienti che simulavano l’acquisto di vetture in Stati dell’Unione Europea ed il relativo assolvimento degli obblighi fiscali.
La documentazione falsa veniva poi esibita alla Motorizzazione e all’Aci per le pratiche d’immatricolazione dei veicoli.
Nel corso delle indagini, a partire dal 2014, i finanzieri hanno ricostruito operazioni di nazionalizzazione illegittime per circa 600 auto. Un giro d’affari che ha determinato un danno per le casse dell’Erario di circa 2 milioni di euro.
Nella maxi-frode risultano coinvolte a vario titolo 14 società campane e 21 rappresentanti legali che dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, falso ideologica in atto pubblico e induzione in errore di pubblico ufficiale. (ANSA).