Con l’amaro in bocca sin dalla prima colazione (di Tony Ardito)

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Latte, caffè, zucchero, avena, succo d’arancia segnano un aumento del loro prezzo, è quanto rileva un’analisi pubblicata giorni fa dal Financial Times. A determinare un tale stato di cose anche, per non dire soprattutto, i fenomeni legati ai cambiamenti climatici (siccità e maltempo) i quali hanno portato pure ad una diminuzione della produzione delle materie prime, una crisi della catena di approvvigionamento e, chiaramente, il Covid19.

Se i prezzi delle materie prime erano rimasti bassi per effetto di raccolti particolarmente favorevoli tra il 2016 e il 2020, la pandemia e altri fenomeni hanno stravolto questo scenario. In Conseguenza di ciò, secondo l’indicatore denominato “caro breakfast” della prestigiosa testata britannica, rispetto al 2019, si è assistito ad un aumento dell’indice del 63%, con un boom registrato a partire dalla scorsa estate.

In tale quadro, non è altresì da sottovalutare il lievitare del costo dell’energia: molti produttori hanno spento gli impianti per effetto dell’aumento del gas, provocando la maggiorazione del prezzo dei fertilizzanti, fondamentali per la produzione delle materie prime.

I costi elevati della produzione, lavorazione e trasporto contribuiranno a mantenere ancora per un anno i prezzi finali elevati. Le aziende alimentari puntano a proteggere i propri profitti e quindi, anche se i costi delle materie prime tenderanno a stabilizzarsi, tutti gli altri fattori continueranno ad incidere sulle tasche dei consumatori.

C’è poi da sottolineare che i prezzi del grano sono aumentati del 20% da inizio anno, a causa della siccità che ha colpito Russia, Nord America e Argentina e per le forti piogge che, invece, hanno interessato l’Europa; prezzi così alti non si registrano dalla siccità del 2012 negli Stati Uniti.

La Coldiretti evidenzia che il prezzo del grano tenero per la panificazione ha raggiunto i valori massimi del decennio sulla base dei contratti futuri nei listini del Chicago Bord of Trade, punto di riferimento del mercato internazionale delle materie agricole. Tutto ciò riverbera sul consumatore finale, per prezzi in crescita di almeno 10 volte dal campo al pane sugli scaffali.

Come rimarcato da più parti, per uscire dalla situazione di ristrettezza della offerta, occorre ancora un anno. I prezzi delle materie prime saranno condizionati da quello dei fertilizzanti che non fletteranno nel breve termine. Un effetto a catena che, di certo, si inserisce in un periodo già difficile per le aziende e i consumatori.

di Tony Ardito

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