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MIS-C: cos’è la Sindrome infiammatoria multisistemica che colpisce i bambini

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All’inizio della pandemia si parlava di “simil Kawasaki”, poi la patologia dovuta al Covid che può colpire i bambini in età pediatrica ha preso il nome di Sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C, acronimo inglese per Multisystem Inflammatory Syndrome – Covid)

Per analizzarla, la Rete Italiana Salute dell’Età Evolutiva (Rete IDEA) – che riunisce tutti gli ospedali pediatrici italiani – ha deciso di iniziare uno studio, finanziato dal ministero della Salute e coordinato dal professor Angelo Ravelli, direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Giannina Gaslini di Genova

Il primo allarme in ambito mondiale sulla comparsa della MIS-C è partito proprio dall’Istituto Gaslini il 24 aprile 2020, quando Ravelli ha inviato una mail di allerta agli 11.000 pediatri iscritti alla società Italiana di Pediatria

La sintomatologia della sindrome infiammatoria sistemica dei bambini (MIS-C) è connotata da febbre elevata, sintomi gastrointestinali (dolore addominale, nausea e vomito), sofferenza miocardica con insufficienza cardiaca, ipotensione e shock, e alterazioni neurologiche (meningite asettica ed encefalite), spiega il Gaslini in una nota

Accanto a queste manifestazioni cliniche – si legge – molti bambini sviluppano alcuni dei segni e sintomi tipici della malattia di Kawasaki (una nota patologia pediatrica caratterizzata da infiammazione dei vasi sanguigni), in particolare eruzione cutanea, congiuntivite e alterazioni della mucosa delle labbra, oltre a dilatazioni (aneurismi) delle arterie coronarie

“Poiché la MIS-C tende a svilupparsi da 2 a 6 settimane dopo l’infezione da Sars-CoV-2, è stato ipotizzato che il meccanismo patogenetico non sia inerente a un’azione diretta del virus, ma abbia genesi post-infettiva, e sia cioè secondario ad una reazione immunitaria anomala all’infezione virale in soggetti dotati di una particolare predisposizione genetica”, spiega il professor Ravelli

“La MIS-C – dice Ravelli – ha spesso decorso minaccioso e richiede una terapia aggressiva, basata sulla infusione di immunoglobuline endovena (trattamento standard della malattia di Kawasaki), corticosteroidi a dosaggio elevato e, nei casi più gravi, anakinra (un farmaco biologico ad azione inibitoria nei confronti di una citochina pro-infiammatoria, l’interleuchina-1)”

“L’associazione della MIS-C con l’infezione da SARS-CoV-2 – aggiunge Ravelli – è stata stabilita sia sulla base del legame temporale con la pandemia di Covid-19, che alla luce della positività dei tamponi o della sierologia per il SARS-CoV-2 o del recente contatto con un familiare affetto da Covid-19”

L’interpretazione della natura e delle cause della MIS-C, spiega il Gaslini, è al centro di un acceso dibattito fra gli esperti. Sulla base delle sopra citate somiglianze cliniche, alcuni ritengono che la MIS-C faccia parte dello spettro della malattia di Kawasaki. Altri sostengono, viceversa, in considerazione di numerose caratteristiche distintive immunologiche e cliniche, che la MIS-C e la malattia di Kawasaki siano condizioni differenti

Più in generale, sottolinea il Gaslini, l’emergere della MIS-C ha fornito la prima chiara prova a sostegno dell’ipotesi che una malattia infiammatoria sistemica possa essere scatenata da un virus. L’identificazione dei geni responsabili potrebbe, quindi, fare luce sulle cause non soltanto della malattia di Kawasaki, ma anche di numerose malattie autoimmuni e infiammatorie di cui oggi non si conoscono le cause

Inoltre, sempre in ambito pediatrico, un bambino su sette tra quelli che si ammalano di Covid sviluppa il long Covid 15 settimane dopo la guarigione. Lo evidenzia il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Rozzano

“I pediatri italiani si sono espressi molto chiaramente prima dell’estate a favore della vaccinazione (dei bambini, ndr) – dice Mantovani – Se verrà dato il semaforo verde dall’Ema e dalle agenzie regolatorie, io sono favorevole. Il virus adesso sta colpendo i bambini, negli Stati Uniti il 25% dei nuovi casi è in età pediatrica. Le complicanze sono più rare ma ci sono, avere un bambino in terapia intensiva è una cosa drammatica”

“Il long Covid sono le conseguenze a lungo termine – aggiunge Mantovani – non è chiaro il confine di questo mondo: problemi polmonari, cardiovascolari, renali. Non sembrano legati alla gravità della malattia che si è avuta. Pensiamo si possa prevenire con il vaccino”

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