10,2 trilioni di euro circa, da spendere in cibo, alloggio, servizi, costi energetici, pensioni private, assicurazioni, vacanze, mobilità e acquisti vari, è la cifra totale a disposizione degli europei nell’anno in corso. Ciò si traduce in un potere di acquisto medio pro capite di 15.055 euro, suscettibile di importanti variazioni da Paese a Paese e, così pure in casa nostra, variabile anche nelle diverse aeree geografiche della medesima nazione.
Sul primo gradino del podio sale il Liechtenstein, con un potere di acquisto pro capite di 64.629 euro, quasi 4,3 volte la media europea. Al secondo posto, la Svizzera con 40.739 euro e al terzo, il Lussemburgo, con 35.096 euro.
Dei 42 Paesi intervistati, 16 si posizionano al di sopra della media; un dato in controtendenza rispetto ai 26 Paesi il cui potere d’acquisto pro capite – Spagna compresa, con 14.709 euro – è inferiore alla medesima. L’Ucraina è il Paese con il potere d’acquisto più basso: le persone hanno a disposizione solo € 1.892 pro capite e meno del 13% della media.
Pur se di poco, con 17.242 euro pro capite, l’Italia si colloca al di sopra della media. Tuttavia, analizzando i dati nel dettaglio, emerge un significativo divario tra le città del Nord e quelle del Sud.
La provincia di Milano conferma il proprio primato. La Lombardia ha un potere d’acquisto pro capite di 24.604 euro, quasi il 43 % sopra la media nazionale e poco più del 63 % sopra quella europea. Scala altre posizioni e si colloca al quarto posto la provincia di Genova, il cui potere d’acquisto pro capite si attesta sui 21.893 euro, facendo arretrare di una posizione, rispettivamente Monza e Brianza, Lecco e Parma.
Come per gli anni precedenti, fanalino di coda, con soli 9.844 euro di reddito disponibile pro capite, Crotone. Al 36° posto troviamo Roma, dove i cittadini hanno a disposizione 19.153 euro pro capite da spendere, il che pone la capitale dell’11 % sopra la media nazionale.
Gli esiti dell’indagine effettuata dalla GfK rientrano in una di quelle fattispecie in cui sarebbe d’uopo fare un richiamo al celeberrimo poeta Trilussa e alla sua sarcastica teoria del pollo, secondo la quale se qualcuno mangia un pollo e qualcun altro no, in media ne hanno mangiato mezzo ciascuno.
Nonostante una più evoluta cultura della statistica che prevede variabili matematiche, ambientali e sociali, decisamente più dettagliate e precise, non bisogna soffermarsi sul mero dato numerico, ma come dimostrato, anche per comprendere e setacciare meglio criticità e potenzialità, è sempre opportuno analizzarlo in funzione di ogni singola realtà.
di Tony Ardito