Sempre fonti di governo sottolineano che i dati del contagio in Italia non sono paragonabili a quelli dell’Austria, che la situazione nelle terapie intensive ad oggi è sotto controllo e che continua il monitoraggio dei dati, con una valutazione prevista a dicembre, ma non si vuole fare alcun tipo di allarmismo
Matteo Salvini condivide la linea e la posizione del governo: l’Italia non ha i numeri (ben più preoccupanti) dell’Austria, il sistema sanitario regge. L’obiettivo è evitare nuove restrizioni, fermo restando la massima attenzione per la tutela della salute. Lo fanno sapere fonti della Lega
Eppure, nonostante la contrarietà di Salvini, la proposta del lockdown sul modello Austria era partita dal presidente leghista della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, con il suo Friuli Venezia Giulia verso il ‘giallo’: “La mia idea – ha osservato – è che le restrizioni della zona gialla non valgono per i vaccinati. Chi si è protetto, ha partecipato alla campagna vaccinale, limita le ospedalizzazioni, salvaguarda il sistema di sanità pubblica non può pagare un prezzo di cui non ha nessuna colpa, perché ha creduto nella scienza e nello Stato”
Concorda il governatore della Liguria, Giovanni Toti. “Chiederemo al governo – fa sapere – che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto”
Anche per il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, “se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni – e il vero gradone è rappresentato a mio avviso dalla cosiddetta zona arancione – queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati”
Analoga la posizione di Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte: “Chi si è vaccinato ha dato prova di fiducia nelle istituzioni e io credo che questa fiducia debba essere ripagata”
A un lockdown solo per i non vaccinati come in Austria, “dal punto di vista dell’opportunità” il governatore della Lombardia Attilio Fontana direbbe sì, ma “dal punto di vista della tensione sociale mi lascerebbe un po’ perplesso”
Scettico il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, secondo cui il modello austriaco “credo che da noi sarebbe di difficile applicazione dal punto di vista costituzionale. E a me piacerebbe pensare a noi stessi come a una comunità, non riempirci di divieti”