D’Angelo, coordinatore locale di Italia Viva, è ritenuto responsabile di istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Nell’ambito di una più ampia contestazione relativa ai rapporti tra l’imprenditore e l’Amministrazione comunale di Capaccio, il gip ha ritenuto gravemente indiziato D’Angelo per i reati di istigazione alla corruzione e turbativa d’asta. Secondo l’ipotesi accusatoria, D’Angelo avrebbe promesso 50mila euro a un
consigliere comunale di maggioranza dell’epoca, al fine di indurlo a votare la sfiducia al sindaco allora in carica, Francesco Palumbo (sindaco di Capaccio dal giugno 2017 a dicembre 2018), responsabile di non averlo favorito nella aggiudicazione di un appalto finalizzato ai lavori di riqualifica- zione e ripristino di un asse viario. D’Angelo