Un video in cui una voce fuori campo spiega di aver scaricato “tutto l’archivio italiano” dei certificati fino al 15-16 ottobre, trovato su un comune programma di file sharing, circola sulle chat dei no Green pass, creando dibattito. “Lo Stato non e’ in grado di tutelare i dati sensibili”, e’ la protesta di chi ha postato il video. C’e’ chi si informa su quale piattaforma di condivisione utilizzare per ottenere il certificato, ma anche qualche irriducibile che prende le distanze, sostenendo che se si e’ contrari all’obbligo di Green pass sarebbe ipocrita utilizzarne uno falso. Un utente dello stesso gruppo sminuisce la portata della “fuga” di certificati perche’ si tratterebbe di pass che non servono a nulla, se non ai fini di studio. Su un altro gruppo, circolano notizie di Green pass in vendita a 250 euro, o due al prezzo di 450 euro.