L’immunoterapia in combinazione con la chemioterapia nel setting di malattia metastatica ha dimostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza nel sottogruppo di pazienti il cui tumore esprime il marker PD-L1 (circa il 40% dei casi).
Più recentemente un ADC (antibody-drug conjugate/anticorpo-farmaco-coniugato) diretto contro TROP2 ha dimostrato un prolungamento della sopravvivenza anche in pazienti con malattia refrattaria alla chemioterapia.
È importante ricordare che i tumori triplo-negativi spesso presentano anche dei deficit dei geni nel meccanismo di riparo del DNA che si identificano come alterazioni nei geni BRCA, e questo è un importante marcatore di possibile efficacia dei farmaci inibitori di PARP.
Tutte queste strategie che ad oggi sono disponibili per i pazienti con malattia in fase avanzata hanno anche dato risultati importanti nei setting più precoci di malattia, dove l’intento è curativo”, ha spiegato Valentina Guarneri, Professore Ordinario Direttore Scuola di Specializzazione Oncologia Medica, Università di Padova e Direttore SC Oncologia Medica 2 IRCCS Istituto Oncologico Veneto
“Il carcinoma mammario triplo negativo (NTBC), una delle forme più aggressive di cancro al seno e più difficili da trattare. Rappresenta il 10-20% delle diagnosi totali di cancro alla mammella, che colpisce prevalentemente donne giovani, spesso con mutazione genetica BRCA1, e per cui la possibilità di recidive, pur con chemioterapia, è estremamente elevata.
Triplo negativo deriva dal fatto che, a differenza degli altri tumori mammari, si caratterizza per l’assenza di recettori estrogenici e progestinici e per la mancata sovra espressione del recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2), rendendo quindi molto difficile il trattamento mirato della malattia con gli approcci standard. Infatti, secondo i dati, il carcinoma mammario triplo-negativo ha una sopravvivenza media dalla diagnosi nettamente inferiore rispetto alle altre forme.
Questo è il motivo per cui la ricerca è molto impegnata per lo sviluppo di nuove strategie che migliorino le conoscenze delle caratteristiche del tumore e permettano di utilizzare terapie quali ad esempio l’immunoterapia, consentendo il più possibile una personalizzazione della cura.
In questa area terapeutica è importante che la strategia di accesso alle nuove terapie e l’organizzazione rispondano ai nuovi bisogni della donna con tumore triplo negativo, coniugando efficienza e sostenibilità, creando una massa critica comune di competenze, sia cliniche sia produttive, che possano lavorare insieme come sistema anche utilizzando nuovi approcci cellulari e molecolari.
Il contesto più appropriato si è dimostrato essere quello delle “Breast unit”, unità multidisciplinari specializzate nella cura del tumore mammario, in cui diagnosi, trattamento medico e chirurgico, riabilitazione, consentano una pianificazione ottimale delle opzioni terapeutiche disponibili, al fine di raggiungere i migliori risultati possibili”, ha dichiarato Manuela Roncella, Direttore U.O. Senologia A.O.U. Pisana
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