L’ok dell’Ema è arrivato giovedì 25 novembre. Nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni – ricorda l’Agenzia europea del farmaco – la dose da somministrare sarà inferiore a quella utilizzata nelle persone di età pari o superiore a 12 anni (10 microgrammi rispetto a 30 µg). Come nel gruppo d’età più avanzata, il vaccino viene inoculato con due iniezioni nei muscoli della parte superiore del braccio, a distanza di 3 settimane l’una dall’altra. L’Ema sta revisionando anche lo Spikevax di Moderna
Nelle ore successive all’approvazione dell’Ema, è arrivata la notizia che dal primo al 3 dicembre è stata convocata la Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Aifa. Subito dopo, potrebbero dunque partire le somministrazioni
Il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, ha già fatto sapere che l’Agenzia si allineerà alla decisione delle autorità europee per quanto riguarda la vaccinazione ai bambini
In base a uno studio condotto da Pfizer e realizzato su 2.268 bambini di età tra i 5 e gli 11 anni, il suo vaccino è efficace quasi al 91% nel proteggere dall’infezione e ha eventuali effetti collaterali temporanei, come dolore alle braccia o febbre. Il dosaggio usato è però inferiore a quello degli adulti: per i bambini la dose è pari a 10 microgrammi anziché 30. Le due iniezioni vengono fatte a distanza di 21 giorni
Secondo Palù, i bambini sono più esposti al virus a causa della variante Delta. “Guardiamo all’incidenza: l’anno scorso i bambini non si infettavano, trasmettevano pochissimo. Ora la situazione è diversa: il virus infetta anche i bambini, anche se non si ammalano molto. Bisogna sempre fare una valutazione rischio-beneficio”, ha detto
Dello stesso parere anche Nicola Magrini, direttore dell’Aifa: “Il vaccino per i bambini non sarà presentato come un gesto di altruismo per frenare la circolazione del virus: è importante per proteggere loro stessi”
Secondo Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, bisogna vaccinare i bambini “per proteggerli da forme gravi o prolungate – rare ma presenti – al fine di garantire la frequenza scolastica e per tutelare i loro spazi sociali”. Infatti, “l’incremento maggiore dei contagi c’è stato nella fascia pediatrica 6-11 anni, che è quella in cui non è iniziata la vaccinazione”
Secondo il Gruppo tecnico-scientifico Covid-19 dello Spallanzani di Roma, “l’incidenza di ricoveri nei casi pediatrici rimane estremamente bassa, mentre non sono disponibili dati sul long Covid in questa popolazione”. In generale, “la vaccinazione della popolazione adulta, in particolare negli operatori scolastici, può avere contribuito a ridurre il rischio di contagio in età scolare”
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha comunque fatto sapere che il vaccino ai bambini non sarà obbligatorio. L’adesione avverrà su base volontaria, ma resta comunque molto importante. Questo virus, ha sottolineato, “è meglio non incontrarlo in nessuna fascia d’età e, se proprio devi incontrarlo, meglio incontrarlo da vaccinato”
Intanto, alcuni Paesi si sono già mossi: è il caso degli Stati Uniti, dove lo scorso 29 ottobre la Fda, l’Agenzia regolatoria, ha dato il via libera somministrazione del vaccino contro il coronavirus sviluppato da Pfizer-BioNTech ai bambini di età compresa fra 5 e 11 anni. Potrà essere somministrato a circa 28 milioni di bambini
Negli ultimi giorni è arrivata l’autorizzazione anche in Canada e in Israele. “Sono consapevole che ci sia una certa sensibilità su questo argomento”, ha detto il premier israeliano Naftali Bennet (in foto). “Ci sono molte persone che hanno paura di vaccinare i bambini e queste non sono necessariamente dei no-vax o chi crede alle teorie cospirazionistiche. La mia risposta a queste preoccupazioni è totale trasparenza”. In Israele l’immunizzazione dei bambini è iniziata ufficialmente ieri, con migliaia di appuntamenti già prenotati