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Variante sudafricana, neurobiologo di Londra: “Profilo genetico preoccupante”

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La nuova variante B.1.1.529 preoccupa il mondo. Presenta mutazioni particolari che fanno pensare a una maggiore contagiosità, ma i dati a disposizione degli scienziati sono ancora troppo pochi per capire la sua pericolosità. “Il Sudafrica ha riportato anche che cresce in modo molto veloce: copre l’80% del virus che circola ora in quel paese. Consideriamo che era a zero tre settimane fa”. Lo ha detto a Tgcom24 il professore Giorgio Gilestro, neurobiologo dell’Imperial College di Londra.

Il nome – Si chiama B.1.1.529, ma presto verrà ribattezzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con una lettera dell’alfabeto greco, come è stato fatto per le altre varianti. Probabilmente le verrà assegnata la lettera N (pronuncia inglese Nu, pronuncia italiana Ni).

La diffusione in Sudafrica – “Il grafico (che vedete qui sopra, ndr) fa un confronto tra i tempi di diffusione delle diverse varianti nel paese africano. – spiega Gilestro – È difficile fare questi confronti perché Delta e Beta si sono diffuse in situazioni di lockdown più o meno accentuato. In quelle condizioni qualsiasi variante cresce meno rapidamente. Oggi la vita è molto più rilassata. Al di là di questo, sappiamo che Delta in Sudafrica faticava a prendere piede anche perché il paese ha avuto talmente tante ondate pensanti, e su una popolazione giovane, che ha acquisito una sorta di immunità che ha rallentato molto Delta. La nuova variante, Nu, non ha avuto questa difficoltà. Cos’ha in più di Delta? Forse, può contagiare chi ha gli anticorpi contro il virus”.

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