Ora, a parte vicende giudiziarie che, anche in ragione del principio costituzionale della presunzione di innocenza, non possono assolutamente influenzare le scelte politiche, riterrei, in linea generale, che la scelta del massimo rappresentante dell’ Assemblea eletta debba essere ispirata a criteri di ampia rappresentatività dell’intera collettività e ad una certa caratura culturale.
In sostanza, mi pare di percepire, che la maggioranza uscita dal voto non ha inteso in alcun modo operare un cambiamento, almeno di stile, rispetto ad una sottile “arroganza dei numeri” che ha caratterizzato negli ultimi anni la vita amministrativa della Città.
Eppure, non può disconoscersi che nei decenni passati una efficiente amministrazione ha, comunque, restituito l’ “orgoglio” di appartenenza e la concreta speranza di un “rinascimento”. Ma gli obiettivi positivi non solo devono essere conseguiti, ma soprattutto vanno mantenuti e preservati dal famelico incedere delle “pressioni” di ogni tipo.
A ciò aggiungerei l’incredibile atteggiamento avuto in questo mese nei confronti degli organi di stampa, con le pesanti, ed ingiustificate, misure di “protezione”, che hanno reso impossibile qualsiasi accesso a quella (promessa) “casa di vetro”, che avrebbe dovuto essere il Comune, specie dopo la tanto sbandierata istituzione di un Assessorato sulla trasparenza.
Non sono ottimista sulla tenuta deontologica dell’equilibrio e dell’indipendenza, che dovrebbe caratterizzare l’operato dei giornalisti. Troppe sono le influenze, le connessioni di interessi e la sottile paura del dissenso che nel passato recente hanno influenzato quello che resta della c.d. “libera stampa” (espressione, per altro, cui non ho mai creduto !).
Pur non amando le iene, quelli cioè che preferiscono attaccare il leone quando è debole o ferito, non posso non evidenziare un pericoloso e strisciante disinteresse verso le condizioni in cui versa Salerno.
Mi pare, cioè, che a fronte della palesata situazione di dissesto del Comune (profilo sul quale non ho necessari supporti informativi) tentare di discutere nel primo consiglio comunale del bilancio dell’ente, ha rappresentato una chiara manifestazione di sufficienza. Qui non si tratta solo di profili procedurali, pure importanti e sui quali sarebbe il caso di intervenire con maggior rigore anche da parte di chi ne ha l’obbligo, quanto di un evidente aspetto politico.
Ancora oggi, non è dato conoscere il peso reale delle condizioni economico-patrimoniali delle diverse società partecipate o in house che fanno capo al Comune di Salerno, e questo resta determinante ai fini della redazione e della valutazione del bilancio consolidato dell’ente.
Non si comprende ancora la linea di indirizzo del controllo analogo che deve essere esercitato dal Comune sulle strutture societarie, né conosco dell’esistenza di un aggiornato Regolamento che, sull’argomento, attribuisca competenze e poteri di intervento, non già sulla concreta gestione, ma sulla missione delle società, affidati alle strutture amministrative del Comune.
Le “oche starnazzanti” in questi giorni non paiono aver compreso appieno la peculiarità della situazione ed i suoi possibili effetti negativi (in termini di spese e di costi) per tutti i cittadini (o, almeno, di quelli che pagano le tasse !!), pur a fronte di tributi di ogni sorta, che sono ben maggiori di quelli applicati in altre città. Intanto, come Baciccia il carbonaio del film di Monicelli, ci crogioliamo in attesa delle “Luci di artista”, pensando di essere il Marchese del Grillo.
Giuseppe Fauceglia