La ricerca ha poi chiesto, in relazione alla situazione economica, come gli intervistati pensano che andranno le cose il prossimo anno. Per il 37% miglioreranno, per il 32% rimarranno come sono adesso mentre per il 26% peggioreranno. Non si esprime il 5%. Numeri che mostrano un trend di crescita della fiducia degli italiani: secondo due sondaggi Ipsos comparabili, a ottobre 2020 e a maggio 2021 chi credeva che la situazione economica del Paese sarebbe migliorata erano rispettivamente solo il 17 e il 31%
Gli effetti economici del Covid spaventano ancora, con il 56% degli intervistati che non ha fiducia nel fatto che nel prossimo anno la crisi economica dovuta alla pandemia diminuirà, contro il 38% che lo ritiene possibile. Non sa o non risponde il 6%
Per questo la fiducia in generale sul futuro restituisce un dato spaccato a metà: il 45% è ottimista, il 48% è pessimista e il 7% non sa cosa rispondere. Anche su questo fronte però il trend è positivo: un sondaggio Ipsos-Legacoop comparabile, risalente a gennaio, indicava infatti che allora solo il 27% degli intervistati percepiva il futuro come un miglioramento, mentre il 73% lo prevedeva negativo
Il sogno di un boom economico italiano nei prossimi anni però è ancora lontano. Lo ritiene improbabile il 63% degli intervistati, contro il 29% che lo ritiene probabile. Non sa cosa rispondere l’8% del campione
Rispondendo poi alla domanda se, nel caso fossero amministratori di una grande impresa straniera, sceglierebbero l’Italia per investire, il 52% risponde di no, mentre il 38% risponde di sì. Non sa il 10%
Tra i motivi per scegliere l’Italia, in testa c’è la forza e la garanzia del marchio “Made in Italy” (68%), la ripresa economica dovuta al Pnrr (45%), il fatto che i lavoratori italiani siano molto qualificati (44%), la fiducia nel governo Draghi (37%), il fatto che l’Italia sia un grande Paese (27%)
Tra i motivi, poi, seguono la legislazione favorevole alle imprese (14%), il basso costo del lavoro (11%). Individuano altri motivi il 3% degli intervistati e non risponde il 2% del campione
Tra i motivi per non scegliere il nostro Paese, invece, in testa c’è la pressione fiscale elevata (73%), la burocrazia eccessiva (64%), la legislazione sfavorevole alle imprese (39%), l’alto costo del lavoro (35%), la crisi economica dovuta al Coronavirus (22%)
Tra i motivi, poi, viene citata la sfiducia nel governo Draghi (21%), il fatto che i lavoratori italiani non abbiano voglia di lavorare (9%). Individuano altri motivi il 5% degli intervistati e non risponde il 2% del campione