Lo evidenzia Confcommercio in una nota a firma del presidente Fausto De Mare. Inoltre, è possibile ipotizzare una crescita della quota di spesa destinata a spese obbligate, in ragione dell’incremento dei prezzi dell’energia che si è già riflesso sulle bollette di luce e gas (nonostante i sostegni stanziati dal governo per neutralizzare, in parte, gli effetti di tali aumenti sui bilanci delle famiglie). Pertanto, data la rigidità delle spese obbligate – anche rispetto a variazioni dei prezzi relativi – si può immaginare, un impatto piuttosto rilevante sui consumi commercializzabili.
“I dati sull’inflazione, peggiori rispetto alle nostre stime, rappresentano un innegabile campanello d’allarme per la ripresa. La tendenza a variazioni dei prezzi al consumo nettamente superiori rispetto alle dinamiche registrate nell’ultimo decennio erano già evidenti da prima dell’estate. Il fenomeno, che molti avevano visto come temporaneo, sta assumendo connotati che difficilmente potranno essere riassorbiti nel breve periodo”: è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui dati Istat.
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