Rischiava di assumere i contorni di un pallido pareggio. In equilibrio per quasi tutta la seconda frazione di gioco, Alma Salerno e Frosinone hanno dato sfoggio delle proprie capacità con l’ombra della cabala che, sotto porta, sembrava avere un potere maggiore degli elementi in campo.
È bastata una zampata di Vincenzo Milucci, autore fino a quel momento di una prova opaca – tipica di chi sa che può fare la differenza ma non riesce a trovare l’ispirazione giusta – per incanalare la sfida nei binari giusti.
L’ex Napoli, a 30’’ dalla sirena, lancia una sassata imprendibile per il pipelet ciociaro e si lascia andare a un’esultanza liberatoria, figlia di una prestazione sottotono ma pur sempre decisiva.
Termina 4 a 3 in favore dei granata, ma gli uomini di casa hanno dovuto sudare le classiche sette camicie per avere ragione di un buon Frosinone. Il risultato rilancia i granata in classifica a 12 punti, uno in meno di quel Colleferro al quale farà visita nel prossimo fine settimana.
AVVIO SPRINT
Magalhaes, complice l’assenza dello squalificato Madonna, lancia dal primo minuto il nippo-brasiliano Teruya, al fianco di Spisso, Milucci e Cerrone. In porta confermato Morel. Le lancette non hanno neanche completato il primo giro quando l’undici, dopo essersi liberato con una finta di un avversario, trova libero Spisso che a tu per tu con Carbone torna su Cerrone che accompagna la sfera in rete.
Sembra il prologo di una giornata perfetta ma Collepardo non è dello stesso avviso. Il numero 3, infatti, su calcio da fermo pareggia subito i conti. I granata stazionano quasi esclusivamente nella metà campo avversaria e Spisso – tra i più in palla dei suoi – si procura un sacrosanto rigore per trattenuta. Sul dischetto campeggiano i fantasmi del Domitia (con cui proprio l’ex Feldi aveva cestinato l’estrema punizione) ma il capitano stavolta è freddo e gela il pipelet ospite.
BOTTA E RISPOSTA
I granata non fanno in tempo ad esultare che i ciociari si rifanno sotto. Stavolta è Luciani che – da due passi – infila un non irresistibile Morel. Gli ospiti, a pochi minuti dalla prima sirena, chiamano il time-out: tempo utile a Magalhaes per riordinare le idee. Tornati in campo sale in cattedra Cerrone: l’undici lascia partire una conclusione dai venti metri tesa imparabile per Carbone. Gara finita? Macché. I laziali sono duri a cedere e Collepardo ristabilisce la parità con un tiro centrale ma forte su cui Morel può fare ben poco.
LA RIPRESA
Nei secondi venti di gioco Magalhaes punta su Gheorghisor: il romeno – che la settimana precedente realizzò la prima marcatura stagionale – dimostra tratti da veterano nonostante l’età, con giocate eleganti e misurate. È tra i protagonisti della manovra offensiva, i compagni lo cercano ma la porta sembra stregata.
L’occasione più ghiotta passa tra i piedi di Milucci: l’ex Napoli supera Carbone ma, preso controtempo, non riesce a finalizzare da due passi. Il 30 alza la voce, è nervoso e – quando sembra non esserci più spazio per i colpi di scena – bisticcia perfino con il tempo. Ed avrà ragione: infatti, a pochi secondi dallo scadere – su punizione procurata da Cerrone – infila Carbone e sfoga tutto il sano agonismo che ne aveva contraddistinto la prestazione, regalando all’Alma tre punti fondamentali per la rincorsa play-off.
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