Enzo Capuano racconta, nel suo libro, attraverso una narrazione autobiografica (avendo trascorso l’infanzia a Villa d’Agri), le tappe fondamentali dell’ascesa economica della Val d’Agri attraverso il suo sviluppo agricolo/rurale e l’evoluzione della sua civiltà contadina nel corso del tempo. La sua è una visione realistica, lucida, intelligente ancora oggi tangibile attraverso le opere civili realizzate dall’Ente consortile.
La narrazione è arricchita di annotazioni personali, relative all’infanzia felice dell’autore trascorsa tra Viggiano e l’antica “Pedali”, del suo amore rispettoso e profondo per il padre Eduardo, la madre Vittoria e i suoi fratelli, del suo attaccamento ai luoghi antichi della Lucania, ai suoi colori e ai profumi che si alternano dalla notte dei tempi con il cangiare delle stagioni.
Un racconto delicato che apre squarci importanti sulla storia della Basilicata, dall’Unità d’Italia agli anni più recenti, citando il contributo magistrale di personalità come Eugenio Azimonti, Giustino Fortunato, Manlio Rossi Doria, Lino Zecchettin, Carlo Levi, Rocco Scotellaro.
Il testo documenta così la “risurrezione” di una zona d’Italia dimenticata e sottosviluppata, che oggi si è evoluta grazie al proficuo, appassionato e competente contributo di persone come Eduardo Capuano, padre del cardiologo, le quali hanno saputo interpretare il momento storico ponendo le basi per una futura crescita dell’intero territorio della Val d’Agri.
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