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Il ritorno (di Enzo Capuano)

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Da oggi riprende il consueto appuntamento del giovedì con Vincenzo Capuano stimato cardiologo ed eccellente scrittore. Salernonotizie è onorata di poter ospitare nuovamente, sulle sue pagine, uno degli autori più prolifici ed apprezzati anche sui social per i suoi scritti.

 

Il ritorno

 Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.

José Saramago

 

Osservo la scrivania, i libri più o meno in ordine nella libreria, le cornici che trattengono immagini di ricordi sfumati dal tempo, i quadri alle pareti; seduto in poltrona nella penombra: casa.

In sottofondo la colonna sonora di “Cinema Paradiso”.  La musica crea l’atmosfera per lasciarsi andare tra i pensieri. Da un po’ mi gira e rigira in testa un verbo: ritornare.

Forse perché da tempo avevo l’obiettivo di ripropormi su queste pagine e perché il ritornare ha a volte il sapore del continuare con l’inconscio desiderio di cancellare “il tempo di mezzo”: tutto quello che è stato tra il sospendere e il ricominciare. Oppure sarà per quel desiderio che è in tutti noi, in questa era Covid, di recuperare una vita normale o forse anche per il sottotitolo del mio ultimo romanzo “Zero non esiste” che recita: “Ritorno in Val d’Agri”.

Sul vocabolario dei sinonimi c’è scritto che “ritornare” è il contrario di “partire”.

Ma il ritorno ha il sapore inconfondibile di andare incontro a qualcosa, come il partire. “Ritornare in un luogo”, dà la stessa carica emotiva di “partire un’altra volta”; anzi a pensarci bene è viaggiare due volte: incontro al passato a riscoprire i luoghi e le persone di una volta, alla ricerca di momenti e volti dimenticati, per capire cose non comprese e, nello stesso tempo, è un andare verso emozioni nuove, nuove scoperte. Ritornare regala la possibilità di esplorare altre strade, approfondire esperienze non completate.

Certo solo il ritornare e non la partenza a volte è accompagnato dalla “nostalgia”.

Ti prende quando chiudendo gli occhi ti lasci trasportare nell’accaduto.

Riguardo le fotografie della stanza, mentre la musica mi infonde una sensazione di leggerezza.

Mi ritorna in mente il significato del temine nostalgia. Fu pensato da un laureando in medicina, Johannes Hofer, per designare quella sindrome malinconica caratterizzata dal dolore (álgos) determinato da desiderio di ritornare (nóstos) là dove si era. Ed è proprio la nostalgia che, intrisa al desiderio di nuove scoperte, che fa del nuovo viaggio un’esperienza unica.

Nonostante la musica mi invita ad allontanarmi in spazi lontani, mi è inevitabile soffermarmi sul presente. In questo periodo di notizie affrettate… ho voglia di ritornare alla medicina delle evidenze, alle possibilità concrete di superare questo periodo, con certezze e non inseguendo idee di sciamani improvvisati… e l’unica certezza è il vaccino! Per la terza volta? Certo! e se dovesse essere necessario anche per la quarta… chi ha colloquiato serenamente, la sera prima, con i propri pazienti (spesso amici o parenti) e il giorno dopo ha dovuto constatare che non c’erano più ti risponde “ogni volta che è necessario”, ma per favore facciamolo tutti!

La musica continua in sottofondo e i pensieri mi riportano al mio romanzo e alla Val d’Agri. Considero che il ripercorrere le strade di quell’altopiano lucano, non può essere definito un ritorno, perché in effetti è un tempo e uno spazio che non ho mai abbandonato. L’ho spesso ripensato, ristudiato, rianalizzato.  Non è possibile, per certi luoghi usare la parola fine. Alcuni rapporti non finiscono mai. Sono pagine aperte per sempre.

Spesso la storia personale e le vicende dei luoghi dell’anima si intrecciano a formare trame uniche e indissolubili. D’altra parte la realtà è molteplice, complessa e solo tornando e ritornando ad osservarla è possibile coglierne le mille sfaccettature. Allo stesso modo nel ripensare le emozioni si scopre che spesso originano in tempi lontanissimi e diversi eppure costantemente in colloquio con il presente.

La musica sempre più ovattata si quieta. Mi ritorna in mente una frase di Raffaele Morelli: “Che cosa vuol dire ricominciare? Per l’anima noi non siamo né inizio, né fine: tutta la nostra vita si svolge fuori dal tempo. Non c’è niente da ricominciare.”

 

Enzo Capuano

 

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