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Attenzione alla gola: i nuovi sintomi della variante Omicron del Covid

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Con il trascorrere delle settimane aumentano le informazioni a disposizione sulla variante Omicron del Covid ed emergono anche quelli che sembrerebbero essere i nuovi sintomi caratteristici di questa forma del virus.

In base ai dati raccolti e analizzati fino all’inizio del mese di dicembre, sembra che la variante Omicron del Covid si manifesti principalmente con sintomi anomali. Se con la forma tradizionale del virus e con la variante Delta abbiamo fatto particolarmente attenzione alla febbre, al gusto, all’olfatto e al raffreddore, con la nuova variante sembra che la concentrazione debba spostarsi sulla gola.

Uno dei nuovi sintomi della variante Omicron sarebbe infatti un fastidio alla gola. Non un dolore forte ma un senso di gola graffiata. Sarebbe questo, secondo gli esperti, uno dei sintomi caratteristici della nuova variante. E questo evidentemente non aiuta. Il fastidio alla gola è decisamente comune soprattutto durante la stagione invernale, quando ci spostiamo frequentemente tra luoghi freddi e luoghi decisamente molto caldi.

Tra i sintomi comuni non sembrano comparire ad esempio la tosse o la perdita del gusto e dell’olfatto, che non sarebbero quindi campanelli d’allarme attendibili per quanto riguarda questa nuova variante destinata, secondo le autorità sanitarie, a diventare presto la forma dominante in circolazione.

Le caratteristiche della nuova variante

Per quanto riguarda le caratteristiche della nuova variante abbiamo una buona e una cattiva notizia. La cattiva notizia è che Omicron si diffonde rapidamente, ha capacità di reinfettare e supera abbastanza facilmente la protezione dei soggetti vaccinati con due dosi (per quanto riguarda i vaccinati con Pfizer).

La buona notizia è che la nuova variante sembra decisamente meno aggressiva e porta principalmente sintomi lievi. In effetti al momento si registra un considerevole aumento dei nuovi casi legati ad Omicron ma non si registra un incremento incontrollato dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Inoltre, sempre in base ai dati forniti da Pfizer, tre dosi di vaccino sembrano in grado di neutralizzare la nuova variante.

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