In sostanza, si ritiene che la crisi sanitaria è stata, innanzitutto, una crisi politica ed economica, la quale ha cambiato il sistema produttivo: dall’interruzione delle filiere di approvvigionamento che ancora oggi paralizza la fabbricazione di automobili, al caos nel mercato energetico e finanziario. Si è trattato di un vero e proprio shutdown , una sospensione di quell’ ordine apparentemente naturale e regolato che caratterizza l’elaborazione del liberismo classico di mercato.
In questa prospettiva la crisi finanziaria del 2008 e quella pandemica del 2020 sono tra loro strettamente collegate, e il peccato del neoliberismo resta quello di aver fatto sopraggiungere queste crisi in assenza di qualsiasi intervento preventivo, sicché, riducendo la spesa pubblica sanitaria e confidando nella valenza salvifica del mercato, si è consumata la rinuncia nel guardare al futuro.
In realtà, il volume finisce per rappresentare un vero e proprio manifesto del capitalismo tecnocratico all’era del Green New Deal, e proprio per questo resta connaturato dall’eccessivo ottimismo riposto nell’auspicato affermarsi di una classe politica che sappia “guidare” ed abbia “una vaga idea di dove stiamo andando”.
Al momento, si tratta di una vera e propria utopia salvifica: in Italia basta osservare la composizione “soggettiva” del Parlamento o delle cc.dd. classi politiche (a qualsiasi livello).
Nel nostro Paese ci troviamo di fronte al classico manuale di “irresponsabilità organizzata”, alla quale contribuiscono, con eguale livello di responsabilità, giornalisti, intellettuali di ogni genere, politici, grandi manager e la vulgata diffusa nella rete.
In realtà, a forza di liquefarsi, nella logica interpretativa di Zygmunt Bauman, la società è divenuta anche irrazionale. Non può essere sfuggita ai lettori la relazione del CENSIS, in cui si espone che “l’irrazionalità costituisce un fattore centrale dell’identità di periodo del nostro corpo sociale”.
Si tratta del vittorioso percorso del pensiero magico, che ha ricevuto anche il crisma del successo elettorale nel 2018, il quale ha rimpiazzato la razionalità scientifica in tutta una serie di settori, così i terrapiattisti, i negazionisti, i complottisti sono divenuti sottosegretari di Sato. Di qui, i trionfi editoriali degli opinionisti no-vax e dei guru del new age e di chi sbandiera il vessillo della pseudo democrazia diretta o dell’uno vale uno. A disastro consumato, questi portatori di incompetenza si stanno progressivamente marginalizzando, ma il virus che hanno iniettato nelle vene della società resta difficile da debellare.
Proprio per questi motivi resta importante investire nell’istruzione e soprattutto combattere le crescenti e diverse povertà di questo secolo, ove il ciclo dei rendimenti decrescenti degli investimenti sociali ha reso evidente la fallacità del credo sulle aspettative illimitate riposte nel progresso.
Giuseppe Fauceglia