«Ormai da giorni – spiega il dottor Calamaro – la piattaforma non dialoga più con le applicazioni per smartphone Android, rendendo impossibile per noi medici di famiglia provvedere alle registrazioni di positività o di avvenuta guarigione quando non siamo a studio». Un problema non da poco, visto che da quelle registrazioni dipende la libertà degli assistiti di uscire di casa, o la possibilità di assentarsi legittimamente da lavoro per una positività. Per non parlare del rischio altissimo connesso all’esigenza di tracciare i contagi e limitare la diffusione del contagio in un momento di picco come quello attuale.
«La nostra Regione ha giustamente fatto dell’efficienza tecnologica un vanto – osserva il dottor Sparano -, ora nonostante le nostre segnalazioni rischia di cadere su un problema che tutto sommato si potrebbe risolvere facilmente. Trovo assurdo che si metta a rischio la salute pubblica per una App che non funziona».
Per questo “disguido tecnico” sono ad oggi circa 1.500 i medici di famiglia che non riescono a connettersi con la piattaforma Sinfonia quando non si trovano nel proprio studio. Un numero enorme che crea un rischio altrettanto grave di farsi scappare di mano la gestione dei pazienti Covid.