Ebbene, dopo quasi quattro anni dall’evento, il CODACONS è stato ammesso parte civile con ordinanza letta in udienza in data 1/12/2021 dalla Dott.ssa Casale, Presidente del Secondo Collegio, Seconda Sezione Penale del Tribunale di Salerno nel processo a carico dei responsabili nonché dei direttori tecnici e dei lavori dell’impianto di depurazione situato nel Comune di Capaccio gestito dalla società a.s Paistom.
L’Avv. Matteo Marchetti, che si è costituito per il Codacons, dichiara: “Ricordate i milioni di dischetti di plastica finiti in mare nei primi mesi del 2018, sulle spiagge del Mar Tirreno da Capaccio (luogo di partenza) fino alla Sardegna, Corsica e Ville France sur la Mere (Nizza), determinando una compromissione e un deterioramento di acqua, terra, compromettendo lo stato ambientale di innumerevoli parchi marini, pezzi di plastica che sono stati ingeriti dagli animali, addirittura con conseguenze letali?
I fatti sono stati considerati talmente gravi dal PM che, nel corso dell’udienza preliminare, ha chiesto ed ottenuto la modifica del capo di imputazione da inquinamento ambientale a disastro ambientale ai sensi dell’art. 452 quater c.p.”.
La giurisprudenza ha individuato tra gli indici rilevatori dell’interesse ad agire degli enti la cosiddetta vicinitas, ossia il concreto collegamento con un dato territorio e la presenza, nello statuto dell’ente, delle finalità di tutela ambientale. Il danno risarcibile derivante dal pregiudizio arrecato all’attività delle stesse per la valorizzazione e la tutela del territorio, in favore delle associazioni ambientalistiche costituite parti civili nei procedimenti per reati ambientali, può avere natura patrimoniale e morale.
L’avv. Marchetti continua: “Questa è un’altra tappa importante raggiunta dal Codacons che, negli ultimi quindici anni, ha contribuito alla crescita della coscienza ambientale in Campania. La costituzione come parte civile a questo processo sugella ancora una volta il grande lavoro svolto dal Codacons Campania nel contrastare i reati ambientali anche attraverso denunce, azioni collettive, partecipazioni a processi ed altro, purtroppo Si constata, infine, la gravissima assenza delle parti civili quali Comune di Capaccio-Paestum e dell’Ente Parco del Cilento che invece si sarebbero dovuti costituire proprio per dimostrare che la politica combatte e persegue i reati ambientali sempre e comunque… peccato hanno perso una grande occasione!”