Con quest’ultima ordinanza regionale, si vietano le feste e si chiudono locali da ballo e discoteche, ciò rappresenta l’ennesima stangata finale per un settore che, dall’inizio del lockdown, ha perso il 30% delle imprese che hanno chiuso definitivamente a causa della prolungata sospensione. L’attività dei locali da ballo e discoteche è ripresa solo l’11 ottobre con ingressi contingentati e norme rigorose sul distanziamento che i locali in regola rispettano attentamente, poi è giunto il tampone, il green pass ed il green pass rafforzato, ove pertanto, la sicurezza dei clienti e dei lavoratori è stata garantita.
Questo stesso scenario non avviene nelle strutture non idonee al pubblico intrattenimento e nelle centinaia di party illegali che sono fioriti ovunque per aggirare le regole. Con la nuova ordinanza si rischia di peggiorare la situazione : le feste si faranno in locali abusivi e non idonei e senza alcuna garanzia di sicurezza, mentre gli esercizi in regola, gli unici in grado di garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute dei clienti, saranno costretti all’inattività.
La Confcommercio ha sostenuto con forza la campagna vaccinale, condividendo la necessità di garantire la ripresa delle attività economiche attraverso una indispensabile conciliazione tra svolgimento ordinario delle attività e tutela della salute pubblica. Ricordiamo che, tuttora, l’attività dei locali da ballo, come per tutte le altre attività, è consentita in tutta Italia, nel rispetto delle rigorosissime norme elaborate dal CTS e, quindi, non si comprende perchè solo il settore del pubblico spettacolo e solo in Campania che è ancora in zona bianca, debba sottostare ad ulteriori limitazioni che di fatto equivalgono ad un blocco dell’attività, proprio nel periodo delle festività che per tante imprese rappresenta una indispensabile boccata d’ossigeno per poter sopravvivere.
Non siamo disposti a far morire le nostre imprese: la Regione metta subito in campo tutte le strategie necessarie per consentire alle attività di operare in sicurezza, se si vuole che il settore dell’intrattenimento danzante e di spettacolo, che in Campania offre lavoro a migliaia di addetti, possa sopravvivere”.