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Ruggi, protocolli Covid rigidi per i familiari: visite vietate ai ricoverati in fin di vita

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Il Natale è alle porte, la nostra città attira turisti da tutta Italia e per le strade luminose si respira un’aria di festa consolatoria. Nonostante ciò, lo spirito del Natale non è in grado di incoraggiare le persone che vivono il dramma domestico di un parente trattenuto in ospedale perché in fin di vita. Una famiglia salernitana ha raccontato alla redazione del quotidiano “le Cronache” scaricabile la tragica vicenda accaduta all’ospedale Ruggi il cui sistema si dimostra ancora una volta usurato e disumano. “In ospedale non è possibile far visita ai pazienti, si possono solamente contattare i medici del reparto, i quali sono sempre pronti a dare informazioni sul malato. È inconcepibile e disumano che a distanza di un anno e più, le nostre strutture non abbiano predisposto dei protocolli di sicurezza che consentano di creare una continuità tra i familiari. Mio padre è deceduto dopo tre settimane. Non siamo riuscito a parlargli, nè è stato possibile sentire la sua voce un’ultima volta. Per noi familiari sarebbe bastato lo stretto necessario per accertarci che era stabile e non abbandonato a sé stesso. Occorre però intervenire con delle regole nuove almeno per lasciare che uno solo dei parenti possa fare visita una volta a settimana in vista del Natale”.
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