“Chiediamo chiarezza al Ministro – Non eravamo convinti della misura quando fu disposta nel precedente decreto perchè appariva un mero atto di concessione, solo 5 milioni di euro, con 2000 euro concedibili ad un massimo di 2500 b&b a fronte di una platea di migliaia di gestori di bed and breakfast e di altre tipologie ricettive, come le case vacanze escluse invece, pur essendo anch’esse state avviate con scie amministrative comunali – dichiara il presidente nazionale Abbac Agostino Ingenito.
“Il nostro settore, composto da piccole imprese ma soprattutto da gestori non imprenditoriali di migliaia di strutture extralberghiere, che hanno fatto il successo dei territori e delle località culturali e turistiche, ha sofferto non poco la pandemia e le sue conseguenze, ed era stato lasciato al suo destino dal 2020 senza poter beneficiare di defiscalizzazioni e detassazioni.
La gran parte dei proprietari, in questi due anni, ha dovuto comunque far fronte alle rate Imu e canoni fissi delle utenze malgrado i lockdown e le zone rosse, riscontrando delle disparità rispetto alle micro imprese destinatarie di ristori”. Siamo convinti della buona fede del Ministro che ha dovuto prova di sensibilità verso un comparto che era stato lasciato solo, ma l’intervento effettuato è risultato comunque parziale e non gestito bene dalla sua direzione.
Occorre verificare dunque, mediante un passaggio parlamentare le anomalie dell’avviso pubblico, la sua gestione del click day cosi ridotto nei tempi e modalità e le complicazioni della piattaforma tecnica che ha evidenziato diverse inefficienze. Auspichiamo chiarezza e risposte in tempi rapidi anche per trovare insieme migliori e più efficaci azioni a supporto della nostra filiera che ora sta subendo disdette per il periodo festivo a causa delle restrizioni ed aumento dei contagi”