I test effettuati prima di Natale sono stati tantissimi: il bollettino del Ministero della Salute del 24 dicembre segnalava la cifra record di 929.775 tamponi eseguiti e quella del 25 dicembre, con 969.752 test. Molti di questi sono rapidi, detti anche antigenici. Si ottiene il risultato entro 15 minuti e sono disponibili anche in farmacia al prezzo medio di 15 euro. Ma sono davvero affidabili?
La loro sicurezza si aggira intorno al 70%, spiega a Il Messaggero Roberto Cauda, direttore dell’Unità organizzativa complessa di Malattie infettive presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e professore di Malattie infettive dell’Università Cattolica.
I test rapidi sono meno sensibili dei molecolari, in quanto permettono di individuare la presenza di alcune componenti del coronavirus tramite naso o bocca. I test molecolari, il cui risultato può arrivare in un lasso di tempo compreso tra le 24 e le 72 ore, evidenziano invece la presenza del materiale genetico (Rna) del virus.
I tamponi antigenici possono avere risultati “falsi negativi” poiché la carica virale nell’organismo aumenta tra le 48 e le 72 ore successive all’inizio dell’infezione, come fa notare ad esempio al Financial Times Catherine Moore, consulente scientifica del Ministero della Sanità del Galles.
Quindi sarebbe più indicato sottoporsi a test antigenico dai 3 ai 4 giorni successivi al contatto, piuttosto che farlo subito. Inoltre il Comitato di Sicurezza Pubblica dell’Unione europea, ha dubbi sul fatto che questi riescano a rilevare la variante Omicron, in quanto esaminano solamente la proteina Spike del coronavirus. Oltre al fatto che rispetto al molecolare il rapido individua solo una carica virale alta e non bassa, quindi quasi inutile nei soggetti asintomatici.
Il tampone molecolare “ha un altissimo grado di sensibilità e specificità, ossia ha un’elevata capacità di identificare gli individui positivi al virus in modo che ci sia il minor numero possibile di falsi positivi e una altrettanto elevata capacità di identificare correttamente coloro che non hanno la malattia“, si legge sulla guida dell’Istituto Superiore di Sanità. Per farlo bisogna recarsi in un laboratorio di analisi oppure ai drive in delle Asl. Ci si può recare anche in ospedale o in strutture private con personale specializzato.
Come scrive l’Iss, “il test antigenico rapido necessita di conferma mediante test molecolare“. Quindi se si è positivi al rapido, è necessario effettuare anche un molecolare per la conferma. I test salivari non sono raccomandati perché non raggiungono “i livelli minimi accettabili di sensibilità (capacità di individuare i positivi, cioè i malati) e specificità (capacità di individuare i negativi)” e sono esclusi dai test europei validi per ottenere il green pass.