Una stangata per i consumatori, ma che sarebbe stata ben più forte senza gli interventi del governo, che ha messo sul piatto altri 3,8 miliardi in legge di bilancio. Ma la situazione resta critica: il caro energia che fa tremare molti settori produttivi, con la moda in allarme, e centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio.
Tanto che l’esecutivo si sta già preparando a rafforzare ulteriormente le misure. Gli aumenti per il primo trimestre 2022 decisi dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) segnano – come riporta il sito web ansa.it – un nuovo record rispetto agli aumenti già forti degli ultimi trimestri (a luglio +9,9% per l’elettricità e +15,3% per il gas; a ottobre +29,8% per la luce e +14,4% per il gas) ma sarebbero stati ancora più forti senza l’intervento del governo.
I nuovi straordinari record al rialzo dei prezzi dei prodotti energetici all’ingrosso e dei permessi di emissione di CO2, spiega l’Arera, avrebbero infatti portato ad un +65% per la luce e +59,2% per il gas.