E’ quanto prevede l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che aveva anticipato la decisione nella diretta Facebook del pomeriggio. L’ordinanza in corso di pubblicazione ritarda la ripresa in presenza anche anche dei servizi educativi per l’infanzia, come asili e nidi, oltre a elementari e medie.
L’ordinanza del presidente della Regione Campania impone anche una stretta sul consumo di bevande alcoliche durante l’orario notturno e ai possibili assembramenti nelle zone maggiormente affollate delle citta’ per il consumo di generi alimentari.
“Dalle 22 alle 6 – si legge nell’anticipazione dell’ordinanza – è fatto divieto di consumo di bevande alcoliche, di qualsiasi gradazione, nelle aree pubbliche e aperte al pubblico, ivi compresi gli spazi antistanti gli esercizi commerciali, le piazze, le ville e i parchi comunali. Sono vietati affollamenti o assembramenti per il consumo di qualsiasi genere alimentare in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
E’ fatta raccomandazione ai Comuni e alle altre autorità competenti di intensificare la vigilanza e i controlli sul rispetto del divieto di assembramenti, in particolare nelle zone e orari della cosiddetta movida”.
De Luca, che aveva espresso da settimane la sua contrarietà a ripartire con le lezioni in presenza il 10 gennaio, forte di una richiesta proveniente da presidi e di una lettera dell’Anci territoriale, quando già diversi sindaci soprattutto nel Salernitano hanno emesso ordinanze che fanno slittare la ripresa, afferma: “A breve ci sarà la riunione dell’Unità di crisi che prenderà atto di questa situazione in maniera responsabile.
Andremo alla proroga dell’apertura dell’anno scolastico a fine gennaio. Qualcuno può sostenere che aprire le scuole nel caos totale sia una misura che favorisce la didattica, la socialità, la tranquillità dei dirigenti e del personale scolastico? È il contrario. Chi prende decisioni non rapportate alla realtà vera dell’Italia è nemico della scuola”.
A quanto si apprende da Palazzo Chigi, il Governo impugnerà una eventuale decisione della regione Campania per la chiusura delle scuole elementari e medie a causa della pandemia. Per l’impugnazione servirà un passaggio in Consiglio dei Ministri.
Oggi sia il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che quello della Sanità, Roberto Speranza, hanno riadito che sulla scuola non si torna indietro. “Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”, ha dichiarato Bianchi, ricordando anche i dati relativi alla campagna di vaccinazione, la via giusta – ha sottolineato – sulla quale continuare.
Per Speranza, “il governo ha scelto di tutelare il più possibile la scuola come presidio fondamentale della nostra comunità. L’indirizzo è e resta: scuola in presenza in sicurezza”. “Non vogliamo – ha aggiunto – che siano i più piccoli a pagare il prezzo di questa fase epidemica”.
Mo accumencia nata vot.
Ma cacciatelo st idiota che fa più danni del virus
ma quale “questa condizione”???? cosa va blaterando costui? le terapie intensive stanno alla massima occupazione da dieci mesi: il 10% in campania! il 90% è vuoto.. Ma ancora ci stanno tanti coglioni che non hanno capito la truffa e le balle di questi politicastri???
We tutt sce o tutto o niente le lucine tutt a post ? Se po continuà ??? È fatt i babà?
Bravissimo governatore. Ottima decisione. Sulla salute non si scherza. Applausi.
MA PERCHE’ NON CHIUDE ANCHE LE SUPERIORI,QUAL’E LA DIFFERENZA,NON CAPISCO.
x 13.04, la differenza sta nel fatto che tu la scuola non sai cosa sia. E basta con queste idiozie delle chiusure, non è mai esistita una cosa del genere nella storia, ancor meno per un “virus” che lascia le terapie intensive vuote per il 90%