Nonostante questo, molte industrie hanno infatti preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti. Una miopia che – precisa la Coldiretti – ha costretto gli agricoltori italiani a ridurre le superfici coltivate e a cercare mercati alternativi che riconoscono prezzi più equi.
Oggi ci sono le condizioni per rispondere alle domanda di italianità dei consumatori e di qualità dell’industria investendo sull’agricoltura nazionale con rapporti di filiera virtuosi che – conclude la Coldiretti – valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano una giusta distribuzione del valore.