La nota associazione – che tutela i diritti dei consumatori e dell’ambiente – ritiene siano numeri destinati ad aggravarsi per via dei rialzi delle bollette di luce e gas, i quali determineranno un’ondata di rincari in tutti i settori.
A gennaio, secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, l’inflazione toccherà il 4% e nella previsione dei manager del settore food&beverage, interpellati dall’Ufficio Studi Coop, nel 2022 i prezzi dei generi alimentari dovrebbero registrare un aumento del 3,5%. I rincari a livello internazionale delle materie prime, energetiche e di altra natura, iniziati diversi mesi fa, si stanno propagando a tutto il resto.
Dunque, a preoccupare le famiglie non c’è sono solo i poderosi aumenti delle utenze: l’inflazione minaccia sempre di più il carrello della spesa. A fine dicembre i prezzi al consumo, in base alle stime preliminari dell’Istat, hanno segnato un rincaro di quasi il 4% su base annua, collocandosi ai massimi dal 2008.
In particolare, accelerano i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (che, in un solo mese, hanno raddoppiato, da +1,2% di novembre a +2,4% dell’ultimo dicembre).
In forte rialzo anche i prezzi dei prodotti “ad alta frequenza d’acquisto”, passati da +3,7% a +4%. Una crescita che non sembra destinata a fermarsi. Nel 2022, l’inflazione acquisita (ovvero la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero fermi da gennaio a dicembre), stando agli ultimi calcoli dell’Istat, è all’1,3% per i prodotti del carrello della spesa, mentre quella per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto è già all’1,8%.
Per far fronte agli aumenti, il 77% degli italiani è pronto ad una drastica riduzione dei consumi. Tra promozioni, ricerca di punti vendita e canali più convenienti e abbattimento degli sprechi, molti di noi affronteranno il carovita tagliando sulla qualità e sulla quantità dei prodotti, soprattutto al Sud e tra le famiglie meno abbienti.
di Tony Ardito
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