Positiva al covid, impossibilitata a raggiungere l’Usca in quanto non munita di auto. È l’odissea di una giovane madre salernitana, risultata positiva al covid lo scorso 8 gennaio e con due figli, rispettivamente di tre e sei anni, con quest’ultimo affetto da serie patologie. La donna, dopo otto giorni, si sente completamente abbandonata. In questi giorni – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” scaricabile online – ha provato a contattare la polizia municipale, i carabinieri, l’Usca, la guarda medica, i volontari della protezione civile, della croce verde e della croce bianca, oltre che il suo medico di base e i numeri nazionali messi a disposizione per fronteggiare l’emergenza covid ma ad oggi nessuno risponde alla sua richiesta di auto. La donna, infatti, è confinata in casa con tutto il nucleo familiare, marito compreso – unico a lavorare – non essendo automuniti, è impossibilitata a recarsi all’Usca coi bambini per effettuare i tamponi di rito. “Faccio notare l’ingiustizia che è costretto a subire chi – come lei – non essendo in possesso di un mezzo proprio (per motivi economici) è obbligato a recarsi in centro d’analisi/laboratori/farmacie a pagamento mentre coloro che sono in possesso di un’auto ricevono gratuitamente”, racconta un’amica di famiglia che ha deciso di raccontare l’accaduto per sensibilizzare le istituzioni e per far sì che l’Usca torni ad essere presente anche tra le persone impossibilitate a raggiungere la struttura perché non in possesso di un’auto.