Il lavoro dei due ricercatori sul termine della pandemia ha analizzato quanto accaduto nel 1918 con l’influenza spagnola, nel 1957 con l’asiatica e nel 1968 con l’influenza di Hong Kong
Il confronto ha proiettato i due analisti proprio su cosa accadrà quando le ondate dei contagi saranno un ricordo
“La fine della pandemia – precisano gli studiosi – è più una questione di esperienza vissuta, quindi è più un fenomeno sociologico che biologico”
“Le pandemie, almeno le pandemie virali respiratorie, semplicemente non finiscono in un modo tale da essere visualizzate su un pannello“, proseguono i due ricercatori
E aggiungono: “Lungi dall’essere una ‘fine’ drammatica, le pandemie svaniscono gradualmente mentre la società si adatta a convivere con il nuovo agente patogeno e la vita sociale torna alla normalità”
La pandemia di Covid-19 “sarà finita quando spegneremo i nostri schermi e decideremo che altre questioni meritano ancora una volta la nostra attenzione”
“A differenza del suo inizio“, aggiungono i ricercatori, “la fine della pandemia non sarà trasmessa”
Rispetto alle pandemie precedenti, sottolineano Robertson e Doshi, quella di Covid-19 ha prodotto “un’interruzione senza precedenti della vita sociale”
La pandemia è dunque “unica” nella misura in cui “l’interruzione e la ripresa della vita sociale” è così “strettamente legata a metriche epidemiologiche”