Nell’elenco dei negozi liberi, almeno per questo trapelato finora, ci sono farmacie e alimentari e poche altre eccezioni. La lista nasce da una mediazione tra il ministero della Pubblica Amministrazione e quello dello Sviluppo Economico. Sono le attività che vengono prodotti che assicurano «il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona».
Non serve il Green Pass
La certificazione verde non serve per i negozi dove si vendono generi alimentari compresi i supermercati. Ci sono i negozi che vendono surgelati, le pescherie, quello che vendono bevande. Si entra liberamente nei mercati. Non serve il Green Pass per farmacie e parafarmacie. Ingresso libero anche nei negozi che vendono prodotti igienico sanitari come deodoranti e bagnoschiuma. Si può andare anche dall’ottico.
Niente certificato per le edicole all’aperto. Per i negozi che vendono alimenti per animali non serve il Green Pass. Non è necessario neanche per le stazioni di servizio dove si acquista carburante, ma anche legna o altro materiale per il riscaldamento domestico.
Serve il Green Pass base
Per i negozi che vendono cosmetici serve la certificazione verde. Anche per le librerie è necessario, anche per i locali chiusi che vendono giornali e per i tabaccai. L’obbligo di Green Pass vale per tutti gli altri negozi, quindi anche quelli di abbigliamento. Dal 20 gennaio serve per i servizi alla persona, parrucchiere e centri estetici, ma anche per uffici postali e banche.
Serve il Green Pass rafforzato
Già da alcune settimane serve il certificato verde rafforzato (con vaccinazione o guarigione) per bar, ristoranti, cinema, teatro, sale da concerto, musei, alberghi, piscine, palestre, stadi, palazzetti dello sport, centri termali, sale gioco. Serve per usare gli spogliatoi e per fare sport di squadra.
Fonte vanityfair.it