Un’analisi a 360 gradi sui problemi di molte zone critiche della Regione. “Sicurezza non coincide con repressione – ha esordito De Luca –, ma ci sono situazioni dove è necessaria anche la repressione. Per esempio le baby gang e le attività legate alle nuove tecnologie, penso servirà qualche intervento legislativo per mettere lo Stato in condizione di intervenire. Non confondiamo la sicurezza con l’ordine pubblico”, è l’invito del Governatore.
“L’esplosione delle baby gang ci preoccupa – ha spiegato spiega De Luca – soprattutto in relazione ai trasporti. Vogliamo estendere i protocolli d’intesa perché davvero questa situazione è delicata con bande di delinquenti che creano problemi a personale e viaggiatori”.
Immediata la risposta della Ministra. “Bisogna pensare al contesto sociale che non aiuta – è stata la riflessione di Luciana Lamorgese –: per esempio sulla dispersione scolastica bisogna andare alla radice”.
Il caso di Piazza della Concordia a Salerno
Il governatore ha inoltre segnalato al Ministro che a Salerno, in Piazza della Concordia, “2 o 3 ambulanti sono punto di aggregazione di immigrati e di spaccio di droghe e prodotti taroccati e di contrabbando. Li conosco personalmente e ho dato i nomi alla ministra”.
Su questo De Luca incassa l’impegno del Viminale: “Chiamerò il Prefetto e chiederò gli interventi necessari per evitare sacche di illegalità”, la replica della ministra Lamorgese. D’accordo col Ministro, il governatore sulla necessità di responsabilizzare la gente: “Non ci si può illudere di avere una pattuglia in ogni angolo – conclude De Luca – dipende anche dal senso di responsabilità dei singoli e dei nostri concittadini”.
Violenza: “Donne costrette a rinunciare al lavoro”
Poi la violenza sulle donne. “Fenomeno preoccupante – sottolinea De Luca – lo segnalo perché ci sia un intervento così, come le violenze al personale sanitario, sulle ambulanze o negli hub vaccinali. Ci sono giovani donne che hanno rinunciato all’incarico. È un tema che merita attenzione e che segnalo. Non si può immaginare un presidio in ogni ospedale, ma in alcuni casi sarebbe opportuno”.