E’ il quadro del 21 gennaio 2021, esattamente un anno fa, che conferma ancora il drastico cambiamento di scenario che in questo scorcio di 2022 vede imperversare la variante Omicron, molto più contagiosa ma meno letale, in una popolazione ormai al 90% di copertura vaccinale.
Quel giorno di un anno fa i nuovi casi furono 14.078, in una fase di netto calo rispetto al picco della seconda ondata che superò i 40mila casi giornalieri. Oggi invece sono 179.106, ben oltre le dieci volte tanto. Un fiume di positivi che però produce grossomodo lo stesso numero di casi gravi che si registravano un anno fa con i contagi molto più bassi.
All’epoca i ricoverati erano 22.045, quelli in terapia intensiva 2.418, mentre oggi sono rispettivamente 19.485 (con 174 ricoveri in meno per la prima volta da settimane, l’inizio, auspicabilmente, della discesa) e 1.707.
Per di più gli ingressi di oggi in rianimazione sono 148, un anno fa 155. Seppur di poco, insomma, a livello sanitario la situazione era peggiore.
La differenza è nelle percentuali: a gennaio 2021 tra i 516.568 malati attivi il 4,7% era ricoverato in ospedale, oggi, con ben 2.695.703 malati, appena lo 0,7% ha bisogno di ricovero. Senza contare i decessi, che il 21 gennaio 2021 furono 521 (in calo, dopo aver superato le mille vittime al giorno) mentre oggi, che siamo probabilmente al picco, sono stati 373.
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