“Sebbene la ricerca attuale e i dati mostrino che i booster continuano a fornire un elevato livello di protezione contro la malattia grave e l’ospedalizzazione causate da Omicron, riconosciamo la necessità di essere preparati nel caso in cui questa protezione diminuisca nel tempo e di aiutare a fronteggiare questa e nuove varianti in futuro”, ha spiegato la responsabile dei vaccini della Pfizer, Kathrin Jansen, come si legge in un comunicato diffuso online. Tra l’altro, anche secondo l’amministratore delegato di BioNtech, Ugur Sahin, la protezione iniziale del vaccino anti-Covid contro le forme leggere o moderate della malattia sembra diminuire più rapidamente contro Omicron.
“Lo studio attuale prende il via nel quadro del nostro approccio scientifico per elaborare dei vaccini contro le varianti che raggiunga un livello di protezione simile a quello contro le varianti precedenti ma con una durata della protezione più lunga”, ha spiegato l’esperto.
Lo studio clinico, come sottolineato ancora da Pfizer, riguarderà adulti sani di età compresa tra 18 e 55 anni e non includerà persone oltre questa soglia anagrafica perché l’obiettivo è quello di esaminare la risposta immunitaria dei partecipanti e non l’efficacia del vaccino stesso.
Come si procederà? I volontari verranno suddivisi in tre gruppi. Il primo sarà composto da pazienti che hanno ricevuto due dosi di vaccino Pfizer-BioNTech da 90 a 180 giorni prima e che riceveranno una o due somministrazioni del nuovo vaccino. Nel secondo gruppo, invece, saranno inseriti pazienti che hanno ricevuto la terza dose, nello stesso periodo previsto, e a cui sarà somministrata sia una nuova dose del vaccino iniziale sia una dose del vaccino creato contro la variante Omicron.
Il terzo gruppo, infine, vedrà coinvolte persone che non hanno ricevuto alcun vaccino contro il Covid e a cui saranno inoculate tre dosi di quello specifico contro la mutazione del Sars-Cov-2 individuata in Sudafrica.
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