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Quando la quarantena dei lavoratori viene pagata e quando no

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Dal 1° gennaio i lavoratori che hanno avuto un contatto stretto con una persona poi risultata positiva al Covid-19 non possono restare a casa in quarantena “precauzionale”, percependo l’indennità di malattia anche se non si hanno sintomi

Nei casi in cui succede, come si legge su Il Corriere della Sera, il segretario del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Giovanni Marcantonio, ha spiegato che ove possibile il lavoratore viene collocato in smart working

L’alternativa sarebbe invece che l’occupato si metta in ferie o che sia il datore di lavoro a garantire permessi retribuiti aggiuntivi

Nel caso invece in cui un genitore sia costretto a restare a casa per vigilare sul figlio in Dad, fino al 31 marzo 2022 ha diritto al congedo parentale speciale per Covid-19 retribuito al 50%

Per usufruire della misura, il minore, però, non deve avere più di 14 anni

Intanto è stata prorogata fino al 28 febbraio la corsia preferenziale dello smart working per i lavoratori fragili

Il lavoratore costretto a casa per lunghi periodi di malattia non può essere licenziato per il “periodo di comporto” che nella maggior parte dei contratti di categoria è fissato a 180 giorni

Alcuni lavoratori, però, potrebbero sforare questo periodo a causa delle quarantene che fino al 31 dicembre 2021 erano considerate malattia

Resta l’incognita sulla quarantena che non è chiaro se, ai fini del licenziamento, può essere contata come malattia o meno

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