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Assemblea di Lega, ira De Laurentiis: “Stadi al 50% e poi Sanremo con il 100%”

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“Il Paese è in emergenza talmente da tanti anni che ormai diventa banale parlare della normalità” ha evidenziato ai cronisti presenti, De Laurentiis che poi ha fatto suo il concetto di molti suoi colleghi e dirigenti: “Solamente quando il Governo capirà che 25 milioni di tifosi sono anche 25 milioni di italiani ed elettori, forse il calcio verrà considerato in maniera diversa”. Una considerazione tanto amara quanto vera visto ciò che è accaduto nei confronti del mondo del pallone con gli ultimi provvedimenti legislativi.

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Tono e parole non sono state di polemica, non è il momento e De Laurentiis lo sa perfettamente, ma di denuncia. Perché oggi il calcio non ha più intenzione di restare in silenzio. Di fronte all’aumento di contagi è arrivata l’ultima indicazione da parte della politica di restringere di nuovo il cordone della sacca degli stadi: mentre si stava faticosamente procedendo, con giudizio e buon senso, verso una tolleranza sempre più ampia (si era parlato del 75% all’aperto), oggi si è ripiombati nel tunnel delle 5 mila presenze in un impianto, oltre all’obbligo di seguire direttive sanitarie ancor più ferree.

Una scelta che non è stata condivisa dal mondo calcistico, stanco di vedersi privare di entrate senza ricevere sostegni. Lo ha ribadito oggi De Laurentiis all’uscita dell’ultima assemblea di Lega, rispondendo al provocatorio confronto con il Festival di  Sanremo che presenterà un Teatro Ariston al completo. Ma lo avevano denunciato anche Milan e Inter non più tardi nella giornata di ieri in un accorato appello all’unisono espresso dall’ad nerazzurro Beppe Marotta e dal presidente rossonero Paolo Scaloni: “Se il Governo continuerà ad ignorare il calcio, il calcio rischia di ritrovarsi sull’orlo del baratro”. Senza aiuti e garanzie esterne, l’intero movimento sarà destinato al default.

Fonte www.fanpage.it

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