“Siamo impegnati in una delle rivoluzioni sociali più complesse degli ultimi decenni, la pandemia ha modificato percezioni personali e compromesso le relazioni” continua Gesualdo. “Il disagio mentale è sottile e sotterraneo, non possiamo aspettare che si manifesti nelle sue patologie più estreme e si cronicizzi. Dobbiamo capillarizzare i servizi sul territo-rio e costruire una rete di assistenza che dia garanzia al cittadino di avere un benessere psicologico e relazionale”.
Le difficoltà maggiori le hanno avvertite i più giovani, la cui quotidianità scolastica ed extrascolastica, in una fase della vita di costruzione della persona è stata interrotta. “Bambini e adolescenti hanno risentito in primo luogo del colpo del lockdown” conclude Gesualdo. “Il gruppo è l’elemento centrale della loro crescita e fornisce la certificazione dell’identità. Mancando il gruppo preadolescenti e adolescenti si sono ritrovati soli. Sono aumentati, conseguentemente, gli episodi di aggressività. È una reazione che dobbiamo saper leggere ed affrontare. A loro e a tutti coloro i quali stanno avvertendo malessere psicologico dobbiamo il nostro impegno nel creare opportunità di approccio all’ascolto e alla cura, seguiti da un professionista”.
Ecco i veri danni di questa pseudo pandemia!! La gente ormai vive chiusa in casa!! Sono diventati tutti ipocondriaci!! Si sono distrutte le relazioni sociali!! Hanno raggiunto il loro scopo, cioe’ quello di dividerci!!