Episodi di asma, età, sintomi specifici durante l’infezione e una specifica “firma immunitaria” sono i principali fattori che possono incidere sul rischio di sviluppare Covid lungo, anche detta sindrome post-acuta Covid-19 (Pacs)
L’infezione da Sars-CoV-2, spiegano gli autori, può interessare molti organi e in alcuni casi i sintomi possono persistere anche dopo diverso tempo
Circa un terzo delle persone infette riporta sintomi che continuano dopo oltre quattro settimane dall’infezione iniziale, e variano dall’affaticamento alla mancanza di respiro fino al deterioramento cognitivo
Il team, guidato da Onur Boyman, ha esaminato un gruppo di 215 individui, 175 dei quali erano risultati positivi al Covid. Di loro, 134 persone sono state seguite fino a un anno dopo l’infezione iniziale
I ricercatori hanno identificato 89 casi lievi e 45 casi gravi di Covid-19. Tra i casi lievi, il long Covid si è manifestato in più della metà dei pazienti, il 53,9%. La quasi totalità dei casi gravi (82% dei pazienti) ha sviluppato il Covid lungo
Gli studiosi hanno analizzato i livelli di anticorpi e altri parametri clinici, identificando una “firma” specifica della sintomatologia durante l’infezione che poi ha portato a sviluppare la patologia a lungo termine
I fattori in grado di incidere nel rischio di difficoltà prolungate erano l’età avanzata, livelli inferiori di immunoglobuline M (IgM) e immunoglobuline G3 (IgG3), episodi precedenti di asma o febbre, affaticamento, tosse, mancanza di respiro e sintomi gastrointestinali manifestati durante l’infezione primaria
Dopo i risultati iniziali, gli scienziati hanno condotto una ulteriore coorte di studio, composta da 395 individui positivi al Covid-19. La nuova ricerca ha confermato le statistiche e i dati precedentemente ottenuti
Questo lavoro, concludono gli autori, identifica alcuni dei marcatori che potrebbero prevedere il rischio di sviluppare Pacs, ma saranno necessarie ulteriori ricerche per valutare le cause e gli elementi responsabili del long Covid
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