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Vaccino, booster con Moderna e Pfizer: quali (blandi) effetti collaterali possono dare

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Secondo gli ultimi dati diffusi dal governo, sono state somministrate oltre 16 milioni di terze dosi in Italia. Il booster viene effettuato coi vaccini di Moderna e Pfizer e può avere effetti collaterali più lievi rispetto alle prime due iniezioni

Il tema è stato affrontato da Francesco Menichetti, ordinario di malattie infettive dell’università di Pisa e direttore di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana, in un’intervista al Messaggero. “Ci dobbiamo aspettare sostanzialmente, sia con Pfizer che con Moderna, dolore nella sede dell’iniezione. Questo disturbo capita all’incirca ai due terzi dei vaccinati”, ha spiegato

Piuttosto frequenti, ha proseguito l’esperto, sono anche il senso di spossatezza e affaticamento. “In questo caso, il fastidio è riportato da uno su due dei vaccinati, e può essere associato anche a mal di testa. La cefalea si osserva circa nel 40% dei casi”, ha detto. Infine ci sono i dolori muscolari e i brividi, che si possono avvertire dopo che è stata somministrata come booster una dose del vaccino di Pfizer

Menichetti ha rassicurato anche sul possibile ingrossamento linfonodale ascellare. “È un disturbo più frequente dopo la terza dose rispetto alle prime due, ma non deve preoccupare. Si tratta infatti di un effetto che non ha grande rilievo e che si risolve in poco tempo”

Il discorso potrebbe cambiare se si riceve un vaccino a mRna dopo una o due dosi di quelli a vettore virale (AstraZeneca o Johnson e Johnson). In questo caso, precisa Menichetti, “possiamo considerare una reattogenicità lievemente superiore. In sostanza, si manifestano gli stessi disturbi che abbiamo citato, ma con una intensità forse maggiore

E ancora: “Con Pfizer non sono stati segnali casi di miocardite, pericardite o altri disturbi, la casistica è limitata, ma in generale si conferma un’ottima tollerabilità. Dunque, l’entità di questi disturbi in generale è modesta e meno frequente rispetto alle prime due dosi”

Menichetti ha concluso ricordando che i possibili effetti avversi si manifestano entro 48 ore ed è improbabile che si osservino reazioni gravi se nelle prime due somministrazioni non ce ne sono state. In ogni caso, è importante riferire al dottore le proprie allergie prima della somministrazione e, se necessario, rimanere in attesa nell’hub vaccinale più dei 15 minuti previsti dopo l’inoculazione

In base alle ultime decisioni prese dal governo, sarà possibile effettuare la terza dose già quattro mesi dopo la seconda inoculazione, e non più cinque

Secondo Lab24 del Sole 24 ore, la Regione che ha somministrato più terze dosi al momento è la Lombardia: qui l’hanno ricevuta quasi tre milioni di persone. Seguono Lazio, Campania, Veneto ed Emilia Romagna. Chiude la classifica la Valle d’Aosta, con poco più di 38mila e trecento

La Fondazione Gimbe rileva che oltre il 50% della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale o booster, ha ricevuto la sua dose. La percentuale varia però molto di Regione in Regione. In Sicilia è pari al 38,6% mentre arriva al 62,4% nella provincia autonoma di Bolzano

Alcuni Paesi, come Israele, stanno valutando la somministrazione di una quarta dose, ma l’Italia non pensa di farlo, almeno nel breve periodo. “Secondo me è prematuro parlarne, vediamo cosa accade con il passaggio di questa variante”, ha detto il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “Vediamo i numeri, vediamo i ricoveri, vediamo quanto funzionano bene le terze dosi contro la variante. È giusto che i tempi, se necessario, li detti la scienza. Sarà nel caso una decisione guidata dai dati”.

Secondo Sileri, in questo momento, bisogna puntare sulle prime dosi, convincendo chi non si è ancora vaccinato, a farlo, e andare avanti con la terza dose

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