A crescere è anche l’uso dei device tecnologici che, se da una parte ha aiutato i giovani a proseguire gli studi con la didattica a distanza, dall’altra ha contribuito all’isolamento e alla perdita del contatto fisico con l’altro
A lanciare l’allarme sono diversi studi portati avanti in questi mesi da associazioni di pediatria, psicologia e dei genitori. Il Congresso nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf) ha pubblicato sul tema un’ampia analisi a fine gennaio su Jama Pediatrics
Ha incluso 29 studi condotti su oltre 80mila giovani e ha dimostrato che oggi un adolescente su quattro, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione, mentre uno su cinque presenta i segni di un disturbo d’ansia
Questo diffuso disagio mentale rischia di avere conseguenze negative sulla salute futura dei ragazzi. È stato dimostrato che soffrire di depressione durante l’infanzia e l’adolescenza si associa da adulti a una salute peggiore, mentale e non solo, e a maggiori difficoltà nelle relazioni
Secondo gli esperti, i tassi di depressione e ansia che si registrano sono direttamente correlati alle restrizioni: si impennano quando viene impedita la socialità, quando si deve tornare alla didattica a distanza, quando non si possono coltivare le relazioni con i coetanei
La probabilità di disturbi mentali è particolarmente frequente fra i ragazzi più grandi, che più dei bambini, spiegano gli psichiatri, hanno risentito dell’isolamento. A pagare il prezzo più alto sono infatti i gli studenti della scuola secondaria superiore, un momento della vita essenziale per le nuove esperienze e per i primi traguardi
“Non vivere nella normalità ‘pietre miliari’ come l’esame di maturità o i primi amori per la psiche di un giovanissimo è assimilabile a un lutto e come tale può essere un fattore scatenante di ansia e depressione”, spiega Claudio Mencacci, co-presidente Sinpf e direttore emerito di neuroscienze e salute mentale al Fatebenefratelli-Sacco di Milano
“Molti possono avere sintomi di disagio mentale che poi si risolvono, ma tanti stanno mostrando di non riuscire a superarli. Senza contare coloro che erano già fragili prima del Covid, per i quali la pandemia è stata ancora più difficile da affrontare. Tutti devono essere intercettati e aiutati“, è il monito degli specialisti
A causa della pandemia aumenta anche il rischio di disturbi alimentari tra i giovanissimi. Lo testimonia una ricerca dell’Università Cattolica che ha coinvolto 482 studenti di 14-19 anni delle scuole superiori dell’Emilia-Romagna
La ricerca ha rivelato che circa il 16% degli adolescenti vive oggi il cibo come un “problema”, con relativo rischio di disturbi alimentari come anoressia o bulimia. Sono aumentati i giovani che non fanno colazione: oltre uno su quattro ha la pessima abitudine di saltare i pasti principali della giornata
Per gli esperti è ragionevole credere che questo atteggiamento di disagio sia stato acuito dalla solitudine prolungata dei periodi di lockdown e, più in generale, dalle varie restrizioni che limitano e impoveriscono le relazioni sociali, con evidenti impatti negativi sulla psiche degli adolescenti
Un altro aspetto che si aggiunge ai disagi mentali degli adolescenti è l’uso prolungato della tecnologia. Tra televisione, smartphone, videogame, chat e internet trascorrono in media 9 ore al giorno davanti a uno schermo
Da quando è scoppiata la pandemia, il tempo trascorso da bambini e adolescenti davanti ai device tecnologici è aumentato del 67%. L’87% dei genitori ha riscontrato effetti negativi sui ragazzi e il 52% ha segnalato la perdita del contatto fisico con gli altri
Per curare situazioni di disagio, gli esperti consigliano di intervenire prontamente con un percorso psicoterapeutico. Ma, se non basta, “anche i farmaci possono essere d’aiuto. Il dibattito sulla prescrizione degli antidepressivi in infanzia e adolescenza è ancora aperto”, afferma Mencacci
Gli antidepressivi, conclude, “possono e devono essere somministrati a un adolescente se è opportuno, ma occorre sempre un attento monitoraggio e un percorso di cura che tenga conto della situazione emotiva e cognitiva“