“Sebbene il rischio di ospedalizzazione, di ricovero in terapia intensiva e di decesso rimanga molto basso fra i ragazzi di 12-17 anni, il numero di casi in questa fascia di età è stato tra i più alti di qualsiasi fascia d’età nell’Ue/See”. I casi sintomatici in questi adolescenti “sono aumentati costantemente da luglio 2021, rispecchiando in gran parte l’aumento del tasso di segnalazione osservato in tutte le fasce d’età durante le ondate di Delta e Omicron”. Ma “nelle ultime settimane è stata osservata una diminuzione dei tassi di notifica”. A tracciare il quadro è un rapporto tecnico dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sull’efficacia del vaccino Covid-19 nei 12-17enni, che include considerazioni provvisorie di salute pubblica sulla somministrazione di una dose booster in questa popolazione. “I modelli matematici suggeriscono che l’impatto della somministrazione di una dose booster anti-Covid a ragazzi di età compresa tra 12 e 17 anni” comporta “una piccola riduzione (1-3%) dell’indice” di contagio “Rt nell’intera popolazione, variabile in base al livello di adesione al richiamo da parte degli adolescenti”. “In questa fase”, dunque, “la priorità dovrebbe essere ancora data al completamento dei cicli vaccinali primari nelle popolazioni in cui è raccomandato e alla somministrazione di booster ai gruppi prioritari, prima di considerare di offrire i richiami a 12-17enni senza patologie di base”, dice.