Il team di ricerca, coordinato dalla professoressa Melissa D. Pinto, ha analizzato nel dettaglio i casi di due donne colpite da Long Covid. La prima, un’operatrice sanitaria sulla quarantina, sembra aver contratto il Covid a gennaio 2020, ancor prima che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) decretasse lo stato di emergenza pandemica.
La fase acuta dell’infezione è durata per la paziente circa 24 giorni, ma diversi sintomi le sono rimasti per lungo tempo. Da giugno 2020, quando ha iniziato ad assumere degli antistaminici contro un’allergia al formaggio, la paziente ha notato un netto e prolungato miglioramento dei sintomi, arrivando a una condizione pari al 90% di quella antecedente al contagio
Il secondo caso riguarda un’insegnate di mezza età, che dopo l’infezione da Sars-CoV-2 ha continuato a lamentare affaticamento, gonfiore, dolori articolari e addominali, difficoltà di concentrazione, tachicardia ed eruzioni cutanee note come “dita dei piedi Covid”.
La paziente assumeva da anni antistaminici per tenere a bada le sue allergie stagionali, ma 13 mesi dopo aver contratto il Covid, ha cambiato in autonomia il trattamento cominciando ad assumere 25 milligrammi di difenidramina.
Anch’essa ha riscontrato un improvviso e significativo miglioramento dei sintomi del Long Covid e, ad oggi, ha recuperato il 95% delle sue condizioni.
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