“La sua proposta didattica è importante – ha aggiunto il DS – ma vorrei esaltare anche le caratteristiche umane. La salvezza passa da tutti, anche dai magazzinieri. Sperando non mi facciano più arrabbiare, visto che in campo scivolavamo sempre. Ognuno di noi deve andare oltre le mansioni quotidiane, non possiamo permetterci di sbagliare nulla. Se arriva un calciatore dal Brasile, va messo in preventivo non abbiano le scarpe idonee ai terreni ed alla stagione che abbiamo. Mikael, che vi garantisco è un ottimo calciatore al netto dello scetticismo che percepisco, è scivolato in una circostanza speciale. Eravamo al 90′, stava andando in porta e poteva bucare la rete. E’ capitata la stessa cosa ad Ederson, pur su un terreno come quello di Genova che è traditore”.
Poi il Direttore parla a 360 gradi: “Mi fido della squadra perché ha qualità inespresse: le aveva prima e le ha tutt’ora dopo i nuovi innesti. Mi è bastato un allenamento e mezzo del nuovo Mister per vedere ciò che volevo vedere. Se riusciremo ad affrontare il Milan con sfacciataggine ed arroganza potremmo aver creato uno spartiacque decisivo per andare avanti”.
Rimorsi di non aver cambiato prima? Spero di non averne. Mi è già capitato nella Roma anni fa ma tra i compiti di un direttore sportivo c’è l’obiettivo di proteggere il suo allenatore. Colantuono pirtroppo non è stato fortunato”.
Il precedente: “A Roma ritardai l’avvento di Spalletti per proteggere un tecnico, Rudy Garcia che meritava a mio avviso fiducia per il suo trascorso. A distanza di anni e facendo un po’ di conti, credo di aver sbagliato in quella occasione”.